I mesi di reclusione hanno avuto un effetto pesante su ognuno di noi. Infatti, oltre alla paura, all’impotenza generata dai media, si sono verificati tanti altri fenomeni difficili da controllare come l’ansia e stati depressivi.
Ognuno ha tentato di reagire a modo suo. A volte, purtroppo anche in maniera poco costruttiva. Oggi parliamo di un problema sociale scatenato dalla situazione pandemica attuale: il desolante effetto del coronavirus a cui nessuno presta attenzione. Scopriamo di cosa si tratta.
L’alcolismo
Qual è il desolante effetto del coronavirus a cui nessuno presta attenzione? Pochi ci pensano, ma è l’alcolismo. Infatti, il lungo isolamento a cui siamo stati sottoposti fra marzo e maggio, e quello a cui sono tuttora assoggettate le Regioni a zona rossa, hanno avuto un grande impatto a livello psicologico.
Molti infatti, sia per noia sia per consolazione, si sono buttati sulla cucina. Altri, invece, hanno annegato i loro dispiaceri, dandosi a un consumo eccessivo di bevande alcoliche.
Si è rilevato, infatti, un pesante incremento nel consumo di questo elemento, soprattutto nel pubblico femminile. Questo è anche dovuto ad una fake news, che circolava online, in cui si spiegava come l’alcol fosse un ottimo alleato per contrastare il coronavirus.
È doveroso sottolineare quanto questo comportamento non faccia bene, soprattutto nella lotta contro il virus. Gli alcolici aumentano, in realtà, il rischio di contrarre l’infezione. Infatti, questi inibiscono la produzioni di linfociti di tipo B e compromettono l’uso di linfociti T, mentre, invece, aumentano la produzione di immunoglobuline.
Inoltre l’eccessivo uso di alcolici riduce il tono oro-faringeo favorendo l’aumento di infezioni ai polmoni.
Sul sito e sui canali social di ProiezionidiBorsa sono presenti diversi articoli, presenti nella sezione “Salute e Benessere”, che aiutano a comprendere al meglio il mondo ai tempi dell’epidemia di Covid 19. Ad esempio, ecco un articolo che parla di un sintomo fisico poco considerato dai contagiati, le unghie cianotiche.
