Il dato sui sussidi USA non sconcerta gli operatori e Wall Street apre fiduciosa anche per gli utili aziendali visti in crescita

inflazione

Sorpresa dai dati macro statunitensi: le richieste dei sussidi settimanali di disoccupazione sono inaspettatamente salite. L’ultimo report, pubblicato proprio in queste ore, ha evidenziato un totale di 230mila domande. Un risultato che va ben oltre le previsioni, ferme a 200mila. Però il dato sui sussidi USA non sconcerta gli operatori e Wall Street apre fiduciosa anche per gli utili aziendali visti in crescita.

La pandemia sta presentando il conto su più fronti. Ovviamente non solo quello sanitario, peraltro il più importante. Ma anche quello economico e soprattutto sociale e lavorativo. La variante Omicron, l’ultima per lo meno in ordine di tempo, sta mettendo in ginocchio l’organizzazione sociale e dei trasporti.

Un esempio arriva dalla Francia dove i sindacati degli insegnanti come anche quelli dei presidi, insieme alle associazioni dei genitori, chiedono chiarezza sui protocolli sanitari. Infatti il Governo centrale ha deciso di mantenere aperte le scuole senza, però, fornire linee guida ritenute chiare da insegnanti e genitori.

Il dato sui sussidi USA non sconcerta gli operatori e Wall Street apre fiduciosa anche per gli utili aziendali visti in crescita

Altra serie di problemi arriva anche dagli USA. In questo caso a soffrire, tra gli altri, è la GDO. Scaffali vuoti a causa di un mix di cause. Ovviamente, oltre alle difficoltà nate con la diffusione della variante, si devono gestire quelle dettate dalla crisi logistica e dalle interruzioni delle forniture dovute al maltempo. Intanto, sempre in USA, i mercati dovranno anche gestire un’altra incognita: l’inflazione. O per meglio dire, il suo andamento.

Infatti le ultime rilevazioni parlando di un rialzo, a dicembre, del 7%. Il peggiore da 40 anni esatti. Una notizia che, a differenza di quanto si potrebbe pensare, non ha scosso i mercati. Nemmeno quelli a stelle e strisce. Il motivo è semplice: dopo il 6,8% visto nella precedente rilevazione di novembre, le proiezioni parlavano tranquillamente di un 7% che, atteso, si è poi verificato. Adesso, però, sarà necessario capirne la durata.

Infatti, sebbene si tratti di un picco notevole che sicuramente avrà un impatto sulle famiglie statunitensi, potrebbe non essere così momentaneo come inizialmente previsto. Ne sono convinti anche da DWS dove parlano d un’inflazione che difficilmente si normalizzerà nel prossimo futuro. Anche perchè non si tratta di un fenomeno isolato: anche l’Europa deve gestire la stessa emergenza. Resta ad ogni modo la fiducia sugli utili aziendali visti in forte crescita sia negli USA che nel Vecchio Continente.

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