Il crollo record dell’attività economica in Italia a causa del lockdown: gli ultimi dati aggiornati

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Il crollo record dell’attività economica in Italia a causa del lockdown: gli ultimi dati aggiornati

Tra martedì e oggi sono usciti i dati elaborati da IHS MarkIt per il settore manifatturiero e quello dei servizi in Italia. Diciamolo subito: non sono buoni. Anzi, dire che non sono dati buoni è usare un eufemismo. Sappiamo tutti che la quasi totale chiusura di fabbriche ed uffici avrebbe fatto crollare la produttività della nazione. Questa settimana abbiamo scoperto quanto.

Partiamo dai servizi. “Gli effetti della pandemia da Covid-19 hanno colpito il settore italiano dei servizi nel mese di marzo, causando la più rapida contrazione dall’inizio dell’indagine a gennaio 1998. Le aziende intervistate hanno collegato questa flessione alle misure di emergenza e alle chiusure imposte per arginare la diffusione del Covid-19. Anche i nuovi ordini e l’occupazione hanno registrato crolli record, mentre le aspettative sull’attività sono scese ad un minimo record.”

Questo è l’esordio. Ancora il report: “l’indice ha indicato a marzo 17.4, precipitando da 52.1 di febbraio e segnalando una contrazione dell’attività terziaria per la prima volta da gennaio 2019. Tale tracollo ha indicato il calo più forte dall’inizio della raccolta dei dati oltre 22 anni fa.” Precisiamo, per chi non lo sapesse, che il valore di 50 segna la soglia tra espansione (sopra 50) e contrazione (sotto 50).

I problemi del settore terziario in Italia

Lewis Cooper, uno degli economisti che hanno elaborato i dati, ha dichiarato: “Si è anche registrata una contrazione record dei nuovi ordini, legata agli effetti negativi della diffusione del coronavirus, alle conseguenti misure d’emergenza e alla chiusura delle attività prese dal governo per cercare di limitarne la diffusione. A causa di queste l’economia, com’era prevedibile, ne sta pagando il prezzo.”  Sempre Cooper ha chiosato: “Considerando anche le difficoltà del manifatturiero, la produzione del settore privato italiano ha indicato il peggior tasso di contrazione dall’inizio della serie a gennaio 1998. È stato il terziario a guidare il tracollo, anche se entrambi i settori hanno riportato cali record della produzione. Come se non bastasse, la fiducia sull’attività per i prossimi 12 mesi è crollata ai minimi storici.

Nel complesso, i dati di marzo indicano tempi estremamente impegnativi per l’economia italiana. La portata dell’impatto sulla produzione, sull’occupazione e gli investimenti probabilmente peserà a lungo sull’intera società.”

Il crollo record dell’attività economica in Italia a causa del lockdown: gli ultimi dati aggiornati

E veniamo al manifatturiero, dove è andata male, ma non così male, ma solo perché il calo, per quanto sostenuto, è parecchio inferiore a quello del terziario. “A marzo, gli sforzi per cercare di fronteggiare l’emergenza coronavirus hanno pesato gravemente sulla prestazione del settore manifatturiero. Le condizioni operative, infatti, sono peggiorate al tasso maggiore in quasi 11 anni. Conseguentemente, la produzione è diminuita al tasso maggiore da quando l’indagine è iniziata nel giugno del 1997. Per via delle chiusure e delle minori vendite, i produttori manifatturieri hanno ridotto i loro livelli occupazionali al tasso più veloce da agosto 2012.

Allo stesso tempo, l’ottimismo delle aziende è diminuito a marzo al livello più basso di sempre.” Seguita il report: “L’indice  è diminuito da 48.7 di febbraio, e con il valore di 40.3 di marzo ha segnalato il diciottesimo mese consecutivo di peggioramento dello stato di salute del settore manifatturiero italiano. In aggiunta, l’indice principale è stato il più basso dall’aprile del 2009, periodo della crisi finanziaria globale.” L’analisi dei numeri si conclude però con una frase ottimista: “Detto ciò, in linea di massima le aziende intervistate si aspettano livelli di attività in rialzo rispetto ai livelli attuali.”

Ci sono motivi, quindi, per essere ottimisti?

  • Peggio di così non può andare. Al massimo si potrà rimanere per uno o due mesi a questo livello. Verso maggio, quando l’attività produttiva ricomincerà a maggior ritmo, ed a giugno, quando saremo certamente più produttivi, vedremo ben altri numeri.
  • Questo anche perché gli aiuti del governo, della BCE, la disponibilità delle banche a fermare mutui ed a concedere prestiti, forniranno ampio respiro alle imprese. Non solo. Il piano SURE, cioè la cassa integrazione europea da 100 miliardi approvata ieri fornirà altro ossigeno prezioso alle aziende italiane ed europee. La stessa cosa farà il Piano Marshall europeo in fase di definizione, che pare ammonterà a 2.700 miliardi, anche superiore a quello USA.

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