Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di lasciare invariata la sua stance di politica monetaria. I motivi

Banca Centrale Europea

La scorsa settimana, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di lasciare invariata la sua stance di politica monetaria in modo molto accomodante, secondo tre strumenti principali.

In primo luogo, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali ei tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la Banca centrale sono rimasti invariati rispettivamente allo 0,00%, 0,25% e -0,50%. Il Consiglio si aspetta inoltre che i tassi di interesse rimangano ai livelli attuali o inferiori fino a quando le prospettive di inflazione non convergeranno in modo robusto a un livello sufficientemente vicino, sebbene inferiore, al 2% entro il suo orizzonte di proiezione, e tale convergenza non sarà riflessa nella dinamica dell’inflazione sottostante. Obiettivo a dir poco lontano, se consideriamo che i prezzi nell’eurozona stanno diminuendo, anziché aumentare.

In secondo luogo, il Consiglio ha deciso di proseguire gli acquisti nell’ambito del suo programma di acquisto di emergenza (PEPP), con una dotazione complessiva di 1.850 miliardi di euro. Il Consiglio effettuerà acquisti di attività nette nell’ambito del PEPP almeno fino alla fine di marzo 2022 e, in ogni caso, fino a quando non giudicherà che la fase di crisi del coronavirus sia terminata. Gli acquisti nell’ambito del PEPP saranno effettuati per preservare condizioni di finanziamento favorevoli durante il periodo di pandemia. Se sarà possibile mantenere condizioni di finanziamento favorevoli con flussi di acquisto di attività che non esauriscono la dotazione nell’orizzonte di acquisto netto del PEPP, la dotazione non sarà utilizzata completamente.

Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di lasciare invariata la sua stance di politica monetaria

Allo stesso modo, la dotazione potrà essere ricalibrata se necessario per mantenere condizioni di finanziamento favorevoli per aiutare a contrastare lo shock pandemico negativo sul percorso dell’inflazione. Queste condizioni finanziarie “favorevoli” rappresentano una sorta di novità nel panorama degli obiettivi di policy monetaria della BCE. Difficile però capire esattamente come questi saranno declinati.

Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire i pagamenti principali dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito del PEPP almeno fino alla fine del 2023.

Infine, il Consiglio ha deciso che gli acquisti netti nell’ambito del programma ordinario di acquisto di asset (APP) continueranno a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro, in quanto continua ad aspettarsi che tali acquisti durino per il tempo necessario a rafforzare l’impatto accomodante dei suoi tassi ufficiali e che terminino poco prima che inizi ad aumentare i tassi di interesse. In altre parole, prima cesseranno gli acquisti, poi si potrà aumentare i tassi d’interesse. Dalla lettura del timing di tutte e tre le misure messe assieme si può quindi intuire come l’intenzione dei banchieri centrali possa essere quella di lasciare invariato il costo del denaro fino al 2022-2023. Un orizzonte certamente non breve.

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