Il coniuge separato o divorziato può pretendere che nell’assegno di mantenimento vi siano le spese per il chirurgo plastico?

chirurgia estetica

Ebbene, affrontare le questioni familiari è qualcosa di complesso, in quanto sono davvero molteplici le ragioni che possono condurre alla fine di un matrimonio. Certamente, se una donna ricorre ad un intervento chirurgico contro la volontà del marito, questo, di per sé, non è motivo sufficiente, per chiedere la separazione.

Si dovrà, infatti, addurre che la trasformazione estetica e il non aver coinvolto il partner nella decisione dell’intervento, hanno causato una crisi matrimoniale. Tuttavia, può essere interessante esaminare l’ipotesi in cui l’intervento sia successivo alla separazione/divorzio e si pretenda proprio dal partner il contributo economico per la sua effettuazione.

In altri termini, si può pretendere che il partner tenuto al mantenimento, paghi anche il ritocco estetico? In termini più specifici, il coniuge separato o divorziato può pretendere che nell’assegno di mantenimento vi siano le spese per il chirurgo plastico?

La questione

Come si sa, una delle cause più ricorrenti delle separazioni e dei divorzi sono i tradimenti. Sicché, la donna o l’uomo, in qualche modo sostituiti o rifiutati, possono addurre di aver subito un danno di carattere non patrimoniale, direttamente legato alla crisi matrimoniale. Infatti, la circostanza che il partner abbia scelto altro, acuisce nell’altro la sensazione di inadeguatezza.

Sicché, si ci può convincere che la vera causa del fallimento del matrimonio sia da ricondurre ad una questione di carattere estetico. Quindi, si potrebbe pensare: “forse la colpa è anche mia. Si vede che non ero più abbastanza appetibile!”. Sicché, è possibile che il coniuge cui sia stata addebitata la separazione per tradimento, possa essere tenuto a compensare la controparte per i danni morali subiti. In tal caso, la somma dovuta al coniuge dolente, potrebbe servire a pagare un intervento estetico, affinché questo riacquisti la propria autostima. Il tutto per migliorare la sua vita di relazione e consentirgli di sentirsi bene con sé stesso.

La Corte di Cassazione tedesca

Sul punto, è intervenuta la Corte di Cassazione tedesca, che ha reputato giusto che i soldi vengano investiti in maniera siffatta. Cioè, per una ragione che qualifica non già come fatua bensì come “una necessaria iniezione di autostima”. Non a caso, varie indagini sono state condotte sul fatto che un intervento di chirurgia estetica viene spesso richiesto dopo il divorzio. Sicchè, in base ad una ricerca condotta dall’Associazione Donne e Qualità della Vita, il 30% di esse ha ammesso di aver usato l’assegno divorzile per dette ragioni. Il chirurgo plastico, cioè, è stato visto come una esigenza prioritaria rispetto addirittura al pagamento del mutuo o dell’affitto.

Ebbene, sulla scorta delle motivazioni fin qui riportate, la Corte di Cassazione tedesca ha condannato l’ex marito a pagare la chirurgia plastica all’ex moglie. Saranno le nostre corti altrettanto comprensive verso le mogli affrante? Si ci augura di sì e si ci auspica che il coniuge separato o divorziato possa pretendere che, nell’assegno di mantenimento, siano inserite le spese per il chirurgo plastico.

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