Il cerotto in biomembrana che rimuove i residui di cellule maligne dopo l’asportazione del tumore

cerotto

Viene dalla Spagna la notizia che apre nuovi scenari nel percorso post operatorio dei malati oncologici. L’idea che sta alla base di questa nuova metodica, sembra vada attribuita ad un ingegnere tessile di Arenys de Mar. Il suo nome è Joan Bertran che oltre ad essere ingegnere è anche il co-fondatore di Cebiotex. Vale a dire di uno spin-off dell’Ospedale Sant Joan de Déu e dell’UPC di Terrassa. Vediamo quindi, più da vicino, come agisce il cerotto in biomembrana che rimuove i residui di cellule maligne dopo l’asportazione del tumore.

La biomembrana

Come anticipato, il cerotto è realizzato in biomembrana antitumorale. Ma cosa significa innanzi tutto biomembrana? Riferendoci a quanto è apparso sulla pagina dell’Universitat Politècnica de Catalunya (UPC) Barcelona, questo è il significato in estrema sintesi. Cioè una membrana realizzata in nanofibre biocompatibili e bioassorbibili. La biomembrana CEB-01 è stata quindi impiantata nel corpo di un paziente adulto, subito dopo l’asportazione della massa tumorale. E a leggere quanto riportato nell’articolo pubblicato sulla home-page dell’università, la membrana è risultata sicura.

Il cerotto in biomembrana che rimuove i residui di cellule maligne dopo l’asportazione del tumore

Questo cerotto oltre ad essere realizzato in materiale compatibile con l’organismo umano, contiene anche un farmaco. Vale a dire un farmaco chemioterapico finalizzato a rimuovere i residui di cellule maligne che possono restare in circolo, a seguito degli interventi di asportazione dei tumori. Questo è purtroppo un problema, non di poco conto, che può sopraggiungere nel post-operatorio. Tali resti di cellule maligne possono così determinare la riproduzione o la migrazione dei tumori in altri punti del corpo. Questa scoperta potrebbe quindi introdurre nuove metodiche nel post operatorio, con trattamenti interni localizzati.

L’intento finale

Il trattamento, si legge sempre nell’articolo dell’home page universitaria, risponderebbe ad un’esigenza medica non ancora coperta in oncologia. Vale a dire ridurre il ricorso alla radioterapia e alla chemioterapia anche o forse soprattutto nel cancro infantile. In attesa di testare, su ampia scala, il reale effetto della membrana sulle cellule tumorali, ricordiamo la collaborazione che sta alla base della ricerca. Si tratta di una sinergia tra l’azienda di biotecnologie Cebiotex, l’ospedale Sant Joan de Déu, l’Intexter dell’UPC. E infine l’ospedale Santa Creu i Sant Pau di Barcellona.

Consigliati per te