Il castello di Sammezzano, una meraviglia in decadenza

Unesco

L’Italia condivide con la Cina il maggior numero di siti Unesco in un’unica nazione: infatti condivide il primato ex aequo con ben 55 su un totale di 1.121. Questo dato può essere motivo di orgoglio, ma purtroppo esistono molti luoghi di interesse che non sono valorizzati come meriterebbero. Uno di questi è il castello di Sammezzano, una meraviglia in decadenza.

Il passato

Il monumento si trova in una delle regioni più amate dai turisti, giusto a 30 chilometri da Firenze e rappresenterebbe l’ideale per una gita fuori porta dal capoluogo toscano. Il complesso rappresenta il miglior esempio di architettura orientalista presente in tutto lo stivale. Il castello risale al 1605, costruito per volere dell’aristocratico Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, amante della policromia e delle forme arrotondate tipiche dello stile moresco. La costruzione si estende per svariati ettari, comprende un enorme giardino dove sono conservati diverse specie vegetali e al suo interno vanta ben sessantacinque stanze. La più famosa è sicuramente la Sala dei pavoni, il cui soffitto colorato e a ventaglio richiama la maestosa coda a ruota dell’uccello. Grazie alla sua atmosfera fiabesca questa location ha ospitato diverse scene di film di successo, fra cui il “Racconto dei Racconti” di Matteo Gattone.

La situazione attuale del castello di Sammezzano, una meraviglia in decadenza

Nel dopoguerra si è riconvertito il castello in hotel di lusso fino a quando all’alba del 2000 subì una vendita all’asta. I proprietari di allora non riuscirono però a sostenere le urgenti spese di restauro, lasciando questo bene culturale in balia degli eventi. Per questo il castello fu nuovamente venduto al migliore offerente che ugualmente non riuscì a offrire un’adeguata ristrutturazione. Le ultime visite guidate, effettuate dal Comitato FXPA Sammezzano, sono risalenti al 2016 e sono attualmente bloccate. Il costante bisogno di cure della struttura ha attirato dal 2015 ad oggi l’attenzione del Mibact e del Fai. Attualmente questo struttura è inserita nella lista dei 7 siti del Patrimonio Culturale più a rischio in Europa nel 2020 e si spera che qualcuno si prenda carico della sua conservazione.

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