Il cambiamento in corso del sistema dominante. Ecco come una direttiva UE può pregiudicare l’esercizio del diritto di proprietà privata

proprietà privata

Il 2, 3 e 5 novembre 2021 abbiamo pubblicato una trilogia di articoli relativi al cambiamento del sistema economico mondiale e del suo modello dominante di stampo capitalista neo-liberista.

In particolare nell’ultimo articolo del 5 novembre elencavamo tutta una possibile serie di segnali per riconoscere il cambiamento. In quell’articolo non traevamo alcuna conclusione, ma fornivamo gli elementi per riconoscere il cambiamento ed invitavamo i lettori a fare una semplice constatazione della realtà circostante ed a trarre le proprie conclusioni.

Tra i segnali per riconoscere questa transizione epocale rientravano i cambiamenti sulle regole relative alla proprietà privata.

Ecco che circa un mese più tardi la nostra previsione non ha tardato ad essere confermata.

È di questi giorni la proposta di direttiva della Commissione europea sulla performance energetica degli immobili

Secondo questa proposta non sarebbe più possibile vendere o affittare immobili con una classe energetica troppo bassa.

Ora dopo varie pressioni, sembrano arrivare dei chiarimenti e delle parziali retromarce da Bruxelles, comunque la volontà del legislatore europeo risulta evidente. Anche se ad oggi non è ancora stata introdotta una simile norma, solo il fatto che si sia ventilata una tale notizia, potrebbe influenzare psicologicamente chi si appresta oggi ad effettuare compravendite immobiliari a detrimento dei prezzi di mercato di taluni edifici classificati come poco efficienti. Inoltre il fatto che oggi non sia introdotta una tale norma, non è garanzia che in futuro ciò non accada. Se questa notizia circola sui maggiori media, vuol dire che qualcuno sta pensando in questa direzione.

Noi comunque in tempi non sospetti più di un mese prima di questa notizia, avevamo già allertato i nostri lettori sul fatto che un segnale del cambiamento di sistema economico potrebbe proprio riguardare la proprietà privata. In particolare questo diritto potrebbe venir pregiudicato in maniera silente o indiretta, tramite l’implementazione di misure normative che ne rendano insostenibile l’esercizio a cominciare dalle classi meno abbienti.

Ecco cosa scrivevamo noi al riguardo della proprietà privata. Per comodità di lettura, riportiamo qui di seguito la parte di articolo rilevante:

“Forse non si arriverà all’abolizione diretta della proprietà privata, ma gradualmente potrebbero verificarsi dei cambiamenti che la rendano impraticabile. Se per esempio il reddito pro-capite inizia a stagnare, mentre i costi di possesso di alcuni beni (fondiari, d’impresa, finanziari, mobili), iniziano a lievitare a causa dell’inflazione o di misure normative, regolatorie o fiscali maggiormente invasive, allora potrebbe diventare insostenibile per molti mantenere il proprio patrimonio privato.”

Il cambiamento in corso del sistema dominante. Ecco come una direttiva UE può pregiudicare l’esercizio del diritto di proprietà privata.

Un provvedimento in tal senso, sarebbe un chiaro segnale di cambiamento del modello economico dominante. Ma chi sarebbe più penalizzato da un simile provvedimento? Questo provvedimento sarebbe soprattutto deleterio per i Paesi del Sud Europa come l’Italia. In questi Paesi, vi è stata negli ultimi decenni una stagnazione se non addirittura una decrescita del reddito pro capite. Inoltre in questi Paesi per tradizione culturale, si sono sempre considerati gli immobili come una riserva di valore e come un punto di riferimento per la famiglia. Immobili spesso costruiti con sacrifici di diverse generazioni e tramandati di padre in figlio.

Quindi Paesi con redditi pro capite bassi e con un’alta propensione alla proprietà immobiliare sarebbero un chiaro bersaglio di questo provvedimento europeo.

Concludiamo su “Il cambiamento in corso del sistema dominante. Ecco come una direttiva UE può pregiudicare l’esercizio del diritto di proprietà privata”. A nostro avviso, provvedimenti in questa direzione rappresentano un ulteriore passo verso la rimozione o limitazione di diritti e libertà individuali. Direzione assolutamente opposta a quella dei dettami di un sano modello liberista e che conferma il cambiamento in atto del modello economico dominante.

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