Il bicerin, caffè alla torinese

caffè

Torino è una delle capitali del caffè d’Italia. Sede di importanti aziende che producono caffè, questa bevanda è entrata nella vita dei suoi abitanti in modo vivo e coinvolgente. Molte infatti sono le tradizioni che i piemontesi associano al caffè. Una di queste è il bicerin, il caffè alla torinese che nasce proprio in questa città.

Un po’ di storia

Il bicerin, caffè alla torinese, nasce in un bar davanti alla chiesa della Consolata a Torino, verso la fine del 1700. La sua preparazione e le sue dosi sono ancora segrete, anche se molti bar di Torino propongono la loro versione.

Deve la sua popolarità al fatto di essere formata da caffè, cioccolato e panna di latte freschissima. Uno dei suoi popolari consumatori nel torinese era nientemeno che Camillo Benso conte di Cavour, che passava per il bar tutti i giorni e, a colazione o come dopo pasto, beveva questa bevanda.

Altri estimatori della bevanda sono stati Ernst Hemingway, Alexandre Dumas padre e Umberto Eco. Addirittura, Hemingway la elesse a bevanda d’eccellenza tra quelle che aveva bevuto in tutta la sua vita.

Come accompagnare il caffè

Il bicerin, caffè alla torinese, viene servito solitamente con dei biscotti da “pucciarci” dentro. Una delle particolarità della bevanda è il non permettere agli ingredienti di mescolarsi tra di loro. Quando si beve infatti, bisogna essere colpiti fin da subito dall’aroma del caffè, poi accarezzato dalla struttura del cioccolato. Il latte invece va a coronare la ricetta e avvolge i primi due ingredienti sotto il suo aroma persistente, quasi a lavare via i sapori precedenti.

La bevanda è servita in un particolare bicchiere, non in una tazza. Il bicchiere deve essere trasparente e dotato di manico per permettere all’avventore di bere al meglio la bevanda là contenuta.

Nel 2001 il prodotto è stato riconosciuto ufficialmente come prodotto enogastronomico torinese e si è proposta la salvaguardia della ricetta originale.

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