Il 10 ottobre 2020 è la Giornata mondiale della salute mentale

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Il 10 ottobre 2020 è la Giornata mondiale della salute mentale, istituita nel 1992 dall’OMS e dalla Federazione mondiale per la salute mentale. Da ventotto anni è realizzata con la partecipazione dei Ministeri della Salute nei vari Paesi del mondo.
I disturbi mentali sono ancora un argomento tabù, stigmatizzato, deriso o, quando va meglio, trattato con molta superficialità. In realtà, è importante conoscerli e affrontarli proprio come si fa con tutte le altre malattie e gli altri problemi di salute. I problemi di salute mentale possono riguardare tutti, ad ogni età, in qualsiasi luogo del mondo e in qualsiasi classe sociale.

In Italia servono maggiori investimenti e migliore accesso alle cure per tutti e ovunque

A dirlo è la Sottosegretaria di Stato alla Salute, Sandra Zampa. Il 10 ottobre 2020 è la Giornata mondiale della salute mentale e in Italia si guarda all’ultimo rapporto a cura del Ministero della Salute. Riferito all’anno 2018, riporta il numero degli assistiti dai servizi psichiatrici nel nostro Paese: 837.027. E questa è solo la punta di un iceberg, non tutti arrivano ad ottenere cure e assistenza.

Cosa aspettarci poi dal prossimo rapporto? La pandemia da Covid-19 ha avuto e sta avendo un impatto enorme sul benessere mentale di coloro che si sono ammalati, ma non solo. Chi vive quest’epoca inquieta si trova a fare i conti con limitazioni, paure, isolamento, stress e incertezze.

Tutti possiamo fare qualcosa per contribuire a cancellare lo stigma

Ognuno può cominciare dando peso alle parole, ad esempio smettendo di usare termini come “depressione” a sproposito. Evitare di dare dello “schizofrenico” in tono canzonatorio oppure offensivo. Espressioni simili, oltre a derivare dall’ignoranza rispetto ai temi trattati, possono ferire chi ci sta di fronte. Sono solo due banali esempi, ma rendersi conto che il linguaggio è importante può già cambiare la disposizione mentale.

È poi necessario abbattere il muro che isola le persone più fragili. Non lasceremmo solo un amico o un parente che ha avuto un incidente e non può muoversi, vero? O che ha una malattia ed ha bisogno di assistenza. E non gli diremmo frasi come “su, che sarà mai, reagisci, smetti di stare male!”. Con la malattia mentale non dovrebbe essere diverso.
C’è, inoltre, da ricordare che chi ha una sofferenza psichica non sempre lo dà a vedere. La depressione e l’ansia possono essere ben nascoste, per paura del giudizio e dell’etichetta o per la difficoltà di fidarsi e raccontarsi. Non serve intromissione, servono sensibilità e apertura nei confronti dell’altro in tutti gli ambienti sociali.

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