I tempi del gas in arrivo dal resto del Mondo, i contratti in scadenza non rinnovano le forniture russe

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Draghi in giro per il Mondo in cerca di gas. Una sorta di fundrising (raccolta fondi) che in questo caso ha per oggetto il preziosissimo gas. Nel frattempo, l’Unione Europea ha deciso di mettere lo stop all’importazione di carbone e il prossimo colpo sarà inferto contro il petrolio. Pare dopo il 24 aprile. Un modo per spalleggiare la candidatura di Macron al ballottaggio contro Le Pen che proprio del caro vita ha fatto un distinguo della campagna elettorale. Ad ogni modo, tutta la faccenda non si risolve in un batter di ciglio. La raccolta frammentata di metri cubi non entrerebbe in azione da subito, ma verosimilmente ad essere ottimisti i primi arrivi ci sarebbero nel 2023.

Verso altri Continenti

Nel frattempo, il Premier Mario Draghi in questi giorni sta girando in ogni dove. Dall’Algeria siamo riusciti a strappare 9 miliardi di metri cubi di metano. Mercoledì prossimo super Mario sarà in Angola e il giorno dopo nel Congo dove pare riuscirà a strappare altri 5 miliardi di metri cubi. Dall’Angola ancora non sappiamo quanto riusciamo a ricavare. Il tour poi proseguirà alla volta del Mozambico. L’obiettivo è quello di evitare che il prossimo inverno ci ritroviamo in casa con il colbacco in testa, il tipico cappello russo rivestito di pelliccia. Il pensiero è anche alle imprese che hanno necessità di energia non solo per il comfort dei dipendenti ma perché ne vale la produzione.

I tempi del gas in arrivo dal resto del Mondo, i contratti in scadenza non rinnovano le forniture russe

Continuiamo con la conta. L’Eni pare abbia siglato (tra gli altri) un accordo con la Libia e dal Paese che pure ha tanto ricevuto dall’Italia in passato, acquisteremo 3 miliardi di metri cubi. Ancora 12 dal Qatar, 2,5 dall’Azerbajan. Ad ogni modo, nel tempo il Governo Draghi punta ad aumentare l’import dai nuovi alleati del gas ivi compresi gli Stati Uniti. Il totale cui punta l’Italia è di circa 24-26 miliardi di metri cubi. I tempi? Secondo molti esperti per entrare a regime la nuova rete a maglia, occorreranno circa due anni. Nel frattempo, ci dovremmo smarcare dalla dipendenza sovietica, che pure non avviene in tempi rapidi. A meno che Putin non decida di chiudere subito le condotte ma non è così semplice nemmeno per la Russia. Perché dovrà organizzare (e verosimilmente lo sta già facendo) nuovi sbocchi per tutto il gas che guizza abbondante dal suo ampio territorio.

I contratti

Se i tempi del gas sono stimati in circa due anni, prossimamente scadranno circa 20 miliardi di metri cubi di contratti in Europa. Nelle intenzioni delle aziende c’è l’idea di non rinnovare i contratti. La fase è di estrema delicatezza perché la chiusura con la Russia dovrebbe coincidere grosso modo con l’arrivo, reale, delle forniture dagli altri Paesi.

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