Tenere i soldi sul conto corrente fanno un piacere alla banca. Se prima accumulare e tenere fermi i propri risparmi generavano interessi e guadagni anche per noi, oggi la realtà è ben diversa come sappiamo tutti. Gli interessi bancari sono davvero ridotti ai minimi termini e rimanere i soldi sul proprio conto corrente non vale la pena. Discorso diverso invece per la banca. Quest’ultima è custode dei nostri soldi ma nel contempo per una parte può fare quello che vuole. Chiariamo, nel momento in cui, rivogliamo i nostri soldi depositati sul conto corrente deve ridarceli indietro immediatamente. Tutto ciò è disciplinato da una legge, quindi niente tranelli.
Cosa fa la banca con i nostri soldi
I soldi sul conto corrente fanno un piacere alla banca perché quest’ultima li può utilizzare per vari motivi rispettando la riserva frazionaria. Molti non sanno cosa sia. Una quota parte dei nostri soldi fermi sul conto corrente la banca può utilizzarla per concedere prestiti. Ma si deve fermare a questa riserva frazionaria, altrimenti trasgredirebbe la Legge.
Come è cambiata la riserva frazionata
Durante i bei tempi degli anni ’50 le banche avevano l’opportunità di prendere i soldi dal conto corrente e fare qualunque uso per il 25% del deposito. Dopo venti anni questa percentuale si è ridotta al 15%. I tempi sono cambiati, soldi non ce ne sono più come tanti anni fa, la crisi ha preso il sopravvento. Anche i regolamenti si sono rivisti e la quota frazionaria è stata portata all’1% dei depositi alla luce anche della situazione delle stesse banche che pur di fare affari con i nostri soldi poi si ritrovavano in difficoltà.
Le stesse banche per non correre troppi rischi hanno rivisto questa percentuale e per essere più prudenti l’hanno innalzata.
E’ vero quindi che la banca fa affari con i nostri soldi
Tenere i soldi fermi sul conto corrente è un favore grande come una casa alla banca. In questo modo può elargire prestiti a famiglie e imprese con soldi che sono di altri e ci fa pure profitto mentre noi prendiamo bruscolini in base all’interesse riconosciuto sul conto corrente.
