I settori difensivi se i mercati scenderanno

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Le borse scendono e i settori difensivi tornano tra le preferenze degli investitori.

Mercati cauti

Attualmente i mercati sono guardinghi. Stati Uniti e Cina continuano le loro scaramucce (si spera rimangano tali) mentre i mercati rimangono sulla difensiva. Difensiva che riguarda anche gli investimenti. Infatti, la paura è che si diffonda nuovamente il panico. Il panico non è qualcosa da temere, ma da sfruttare. Come? Approfittando della situazione rivedendo con razionalità il proprio portafoglio. Rivedere, quindi la quota di azioni, di obbligazioni e di liquidità ma, appunto, con sangue freddo e non sotto l’impulso dell’emotività.

Ciclici o difensivi?

La domanda è: puntare sui titoli ciclici, cioè quelli fortemente influenzati dall’andamento del ciclo economico, oppure quelli difensivi più “impermeabili”? Tra i primi ci sono il settore finanziario, il minerario, il settore auto così come anche il lusso, i beni e servizi per l’industria, la tecnologia o l’edilizia. I difensivi, invece, sono meno remunerativi ma possono contare sul fatto che appartengono a settori essenziali ai quali non si può e non si deve rinunciare nemmeno in caso di crisi. L’esempio più classico? Le utility. Il mondo può anche crollare ma, almeno al giorno d’oggi, nessuno di noi potrebbe fare a meno di elettricità e gas, il che fa guardare a nomi come Enel o Terna, A2a o Snam. Stesso discorso per il settore alimentare o farmaceutico. I difensivi, a conti fatti, sono quei titoli che, meno rischiosi, possono essere anche più affidabili nel tempi sul fronte della volatilità (meno esacerbata proprio perché meno esposta all’andamento dei fattori ciclici).

Uno sguardo alla situazione

Tornando a quanto sta accadendo sul Ftse Mib non si può fare a meno di notare che, poco dopo le 11, il listino milanese era in passivo dello 0,6%. La questione dazi tiene banco ma è lo stesso presidente Trump a ricordare che quelle tariffe, spostate venerdì scorso dal 10% al 25% potrebbero essere nuovamente sospese. Il problema di fondo,però, almeno per quanto riguarda l’Italia, è aggravato anche dal fattore politico tornato in primo piano con l’acuirsi delle tensioni nella maggioranza. Al centro dello scontro, adesso, è il decreto sicurezza bis. Da qui la spiegazione di uno spread allargatosi a 276 punti con un rendimento sul Btp del 2,714%. Intanto a Piazza Affari si guarda alle imminenti trimestrali di Prysmian , Saras, Banca Intermobiliare, Iren, Ascopiave e Pininfarina.

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