I problemi connessi alla proroga del blocco dei licenziamenti

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Il Governo Draghi si trova, nuovamente, ad intervenite sul blocco dei licenziamenti. In proposito, ha annunciato un differimento del blocco addirittura fino all’estate. E ciò per evitare l’effetto che si teme e, cioè, quello dei licenziamenti a cascata.

Il provvedimento che dispone in merito alla questione arriverà, unitamente a quello sulle restrizioni, entro il 6 marzo. Vediamo, in questa sede, quali sono i problemi connessi alla proroga del blocco dei licenziamenti. E come sono stati affrontati dai rappresentanti delle categorie interessate.

I problemi connessi alla proroga del blocco dei licenziamenti

In particolare, il Presidente di Confindustria, ha annunciato che gli imprenditori non attendono, con smania, la fine dello sblocco, pur di iniziare a licenziare. Anzi, temono essi stessi le conseguenze di questa forte crisi.

Ma, a fronte di questa preoccupazione generale, per fronteggiare la questione, anzitutto, il Governo dovrebbe occuparsi di potenziare gli ammortizzatori sociali.

Infatti, come i lavoratori, anche gli imprenditori, soprattutto quelli appartenenti ai settori più colpiti, come quello turistico e commerciale, sono in grande difficoltà.

Quindi, è chiaro che il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, abbia cercato di porre l’accento sulle questioni di maggiore problematicità, auspicando le corrispondenti misure. Ossia:

a) maggiori garanzie per gli imprenditori più colpiti dall’emergenza;

b) conseguente rafforzamento degli ammortizzatori sociali;

c) riforma nell’ambito delle politiche attive del lavoro.

Chiarimenti sulla questione lavoro

L’intervento di Bonomi è servito a chiarire che la questione lavoro non può essere risolta temporeggiando sul tema del blocco. Ciò in quanto questo non potrà durare in eterno. E quindi l’unico modo per uscire da questa situazione di incertezza è solo l’adozione di misure strutturali risolutive. E non già palliative.

Egli, in proposito, chiarisce che molte imprese hanno difficoltà a reperire personale qualificato. E che quindi occorre puntare sulle politiche attive del lavoro.

Inoltre sottolinea che non si può continuare con misure uniformi per tutti gli imprenditori. Infatti, suggerisce l’adozione di misure diversificate a seconda dei casi.

In particolare, per le aziende fortemente in crisi, operanti nell’ambito del commercio e del turismo, sarebbe giusta la continuazione del blocco dei licenziamenti. Nonché la Cassa Integrazione Straordinaria, a carico dello Stato.

Invece, per le altre, dovrebbe valere la semplice Cassa Integrazione Ordinaria, che pagano le aziende per 52 settimane, senza poi dover licenziare nessuno.

In definitiva, il problema andrebbe affrontato una volta per tutte, oltre che con le iniziative fin qui indicate, anche facendo investimenti e creando lavoro. Solo in tal modo si può infondere fiducia. E far ripartire l’economia.

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