I nemici da combattere sui listini restano sempre gli stessi ma l’attenzione adesso è verso le politiche delle Banche centrali

Inflazione

Continua la volatilità sulle Borse. I mercati azionari e non solo, accusano lo stress di una situazione che vede variabili in continuo divenire. La guerra, ormai, sembra chiaro a tutti che non sarà un evento che sarà chiuso entro poco tempo. Anzi, i colloqui di pace restano ancora in alto mare e come se non bastasse, a peggiorare il sentiment, ci si sono messe anche le parole del cancelliere austriaco Nehammer che dopo oltre un’ora di colloqui con Putin si è dichiarato pessimista sull’evolversi della situazione.

I nemici da combattere sui listini restano sempre gli stessi ma l’attenzione adesso è verso le politiche delle Banche centrali

Tra i timori per gli operatori torna anche l’inflazione che, a differenza di quanto si teorizzava inizialmente, potrebbe rivelarsi una realtà che sarà presente per anni all’interno delle economie mondiali. Tanto che da Blackrock arriva una previsione che confermerebbe quanto temuto. Secondo gli esperti del BlackRock Investment Institute è presumibile che le Banche centrali siano costrette a dover convivere con un’inflazione alta. Questo perchè il sistema internazionale sarebbe stato scosso da due fattori storicamente importanti. Il primo è il blocco delle catene di produzione ed approvvigionamento scatenatosi con gli stop dovuti ai vari lockdown dettati dal Covid. Il secondo, come prevedibile, è la guerra in Ucraina. In questo secondo caso si è registrato un ulteriore aumento degli energetici e la riduzione dell’export di alcune materie prime alimentari. Di fatto, però, pur in presenza di un’inflazione alta, le rispettive economie non si sarebbero in fase di surriscaldamento.

Le prospettive sugli energetici

Ma se i nemici da combattere sui listini restano sempre gli stessi, cambia la prospettiva delle strategie da attuare per poterli sconfiggere.

Guardando sempre alle conseguenze della guerra in Ucraina, infatti, da Citi arriva l’analisi della situazione europea. La dipendenza del Vecchio Continente da Mosca potrebbe costringere molti Paesi a dover scegliere di implementare le scelte sul nucleare. Il tutto all’interno di un più ampio piano di riorganizzazione e diversificazione delle fonti energetiche. Tra i nomi osservati ci sono per lo più realtà internazionali private: Framatome, Rosatom, Westinghouse, China Zhongyuan Engineering, per citarne alcuni. Mentre per le italiane, e per di più con una bassa esposizione al settore, l’unica evidenziata tra le pubbliche, è Prysmian.

In tutto questo dagli States già si guarda alla stagione delle trimestrali. In vista dei risultati sui primi 3 mesi di questo 2022 da parte di grandi aziende, vari analisti hanno deciso di rivedere i propri rating. Ad esempio, JP Morgan ha declassato American Express Co. dal precedente rating Overweight all’attuale giudizio Neutral. Altro downgrade per Bank of New York Mellon Corp. che Citigroup ha deciso di declassare a Neutral invece di un giudizio Buy. Taglio che si è visto anche sul suo rating, passato da 70 a 50 dollari.

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