I motivi per cui essere rialzisti sui mercati azionari in futuro

guadagnare sui mercati

A differenza di quanto si possa credere dopo le ultime sedute, ci sono buoni, se non ottimi motivi, per essere rialzisti sui mercati azionari in futuro.

Come detto ovunque, al centro dei timori c’è la diffusione del coronavirus. Una pandemia che, partita dalla Cina, si sta espandendo in tutto il mondo.

Il principale motivo per essere rialzisti

Ma se è vero che il pericolo è reale, è anche vero che quanto accaduto in Cina è l’esempio del trend in tutto il resto del mondo. Italia compresa. Infatti in Cina, dopo l’esplosione della versione più aggressiva del coronavirus, si sono presi provvedimenti drastici che stanno dando i risultati sperati. Ieri, infatti, sono stati registrati solo 8 nuovi casi di contagio. Quarantena e misure di contenimento estremo, sebbene difficili per noi occidentali, hanno dato risultati ottimali. Questo è uno, anzi, il principale motivo per essere rialzisti sui mercati azionari in futuro.

I dati macro Usa sono incoraggianti

Inoltre se adesso le uniche armi sono quelle finora adottate, nel prossimo futuro potrebbe esserci anche un eventuale vaccino. Attualmente ci sono circa 35 farmaci in pista per le sperimentazioni. Un altro dei motivi per essere rialzisti sui mercati azionari in futuro sta nel semplice calcolo elettorale di un Donald Trump che a novembre vuole essere rieletto. E per farlo ha bisogno di un’economia ancora in salute. Cosa che una pandemia su suolo Usa non può permetterlo. Anche perché, e questo è un altro dei motivi per essere rialzisti sui mercati azionari in futuro, i dati macro Usa sono incoraggianti.

Una base solida anche per chi vuole  investire sul lungo periodo

Il settore dei consumi negli Stati Uniti è molto forte, il tasso di disoccupazione è ai minimi storici mentre i livelli di reddito e i tassi di risparmio sono ai massimi. Insomma una base solida anche per chi vuole investire sul lungo periodo, resa ancora più solida da una serie di probabili stimoli fiscali. E che quindi può permettersi di subire un rallentamento dell’economia. A patto che, però, la pandemia non arrivi a toccare Washington proporzionalmente come sta toccando Roma. C’è poi la questione tassi di interesse. La maggior parte delle banche centrali, FED in testa, sta tagliando il costo del denaro. Appena passata la paura il consumatore mondiale tornerà a spendere su tutti i fronti. Compresi i mercati azionari attualmente sottocosto.

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