I migliori dividendi italiani ed esteri

Dividendi

I migliori dividendi italiani ed esteri, perché diversificare è uno dei segreti di un portafoglio vincente. Non sarà mai detto abbastanza.

I migliori dividendi italiani ed esteri

Diversificazione. Anche nei dividendi. Perché se si scelgono azioni da tutto il mondo è bene che anche nel settore del nostro portafoglio riservato ai dividendi si applichino le stesse regole. Infatti non si devono scegliere solo azioni che sono presenti solo all’interno del nostro indice di riferimento ma anche all’interno di altri mercati. Anzi, mai come adesso, in tempo di globalizzazione irreversibile, è il caso di approfittare di piazze di scambio a livello mondiale. Ecco, quindi le azioni globali con i migliori dividendi da tutto il mondo.

Tecnicamente un approccio generico vede il focus su poche azioni collaudate come, ad esempio, Johnson & Johnson. Oppure, per l’Italia, è il caso di ENI (Scheda tecnica). Da sempre entrambi visti come una sorta di cassaforte. Il che non è sbagliato. In Italia, inoltre, c’è il caso Azimut. Il gruppo indipendente del risparmio gestito in 15 anni, ovvero da quando è sbarcata a Piazza Affari, ha distribuito 1,3 miliardi di dividendi. In altre parole dal 7 luglio 2004, giorno del suo debutto sul Ftse Mib, ha reso il 751%, il che lo ha reso primo per rendimento totale tra i titoli finanziari italiani e quarto tra le azioni del Ftse Mib. Non solo. Il futuro potrebbe presto vedere gli asset esteri ampliarsi dall’attuale 28 al 35% entro il 2024.

I migliori dividendi stranieri

Ma ovviamente, magari anche grazie alle nuove possibilità che offre la finanza mondiale, si possono sfruttare anche altre opportunità. Un esempio? Unilever, il cui dividend yield è del 2,96%, e che ha in mano marchi con cui la maggior parte delle persone ha grande familiarità. Anzi, una familiarità quotidiana. Questo dimostra quanto sia potente l’universo di Unilever con i suoi 400 marchi diversi e la presenza in 190 paesi differenti. Per chi teme le dimensioni del colosso, quindi la paura che non possa crescere, è bene sottolineare che le vendite continuano a salire al ritmo del 3,1% nella prima metà dell’anno.

In tutto questo l’azienda ha annunciato di voler abbandonare la sua doppia quotazione, anglo-olandese per ridurre ulteriormente i costi. Anche a vantaggio del dividendo stesso. Infatti dal 2010 ad oggi, la crescita della cedola è stata del 90%.

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