I mercati guardano a Jackson Hole. Ma anche ai dati macro Usa

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Oggi i mercati guardano a Jackson Hole. Come sempre più spesso accade, sono ancora le banche centrali a rappresentare i market driver più importanti per gli investitori. L’esempio e quanto sta accadendo in queste ore. Gli operatori, infatti, sono in attesa di ascoltare le parole del governatore della Federal Reserve statunitense. Il motivo? Jerome Powell potrebbe dare informazioni utili per capire le prossime mosse riguardanti le politiche monetarie della Banca Centrale Americana. Si tratterebbe di un piccolo antipasto in attesa di quanto arriverà a settembre.

La situazione a Piazza Affari

Intorno alle 14 il Ftse Mib perde intorno allo 0,7%. Ma in rosso sono tutte quante le Borse europee. Il Cac 40 qualche minuto dopo le 14 registra un -0,4, il Ftse 100 di Londra -0,14% e il Dax di Francoforte -0,3%. Guardando ai vari buy, interessante il report di Equita che consiglia l’acquisto su Ascopiave (4,40 euro), Enel (MIL:ENEL) (8,50 euro), Intesa SanPaolo (2,30 euro), Mediobanca (9 euro), Recordati (53 euro) e Snam Rete Gas (5 euro).

La situazione a Wall Street

Se è vero che i mercati guardano a Jackson Hole, anche Wall Street non è da meno. Alle 14.10 (ora italiana) i futures su tutti e tre i maggiori indici segnano un passivo intorno a -0,25%.

Gli eventi più importanti nel calendario macroeconomico

Agli orari prefissati si può consultare il calendario economico per leggere l’esito dei dati macroeconomici pubblicati. Per quanto riguarda i dati macro di oggi, il focus si concentra inevitabilmente sul mondo del lavoro statunitense messo a dura prova dalla pandemia. Una prova che ha visto un andamento al limite della schizofrenia. Infatti dopo il minimo storico della disoccupazione toccato al 3,4%, il livello dei senza lavoro è addirittura triplicato nel giro di poche settimane. Attualmente si aggira intorno al 10%. Ebbene per quanto riguarda le richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione, il dato pubblicato oggi vede a poco più di 1 milione di sussidi attivi (1.0006 per la precisione) secondo il Dipartimento del Lavoro Usa. Si tratta di un dato peggiore, seppur di poco, rispetto alle stime che si fermavano al milione preciso.

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