I medici che si dichiarano contrari al vaccino, rischiano sanzioni disciplinari da parte dell’ordine di appartenenza

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Poiché nei mesi scorsi, alcuni medici e appartenenti al personale sanitario, hanno deciso di non vaccinarsi, la questione ha richiamato l’attenzione delle istituzioni. Infatti, in un momento di strenua lotta contro il Covid, non è pensabile che possa avere inizio una battaglia collaterale, ideologica, proprio contro chi dovrebbe fare di tutto per concorrere alla causa.

Proprio il personale sanitario, infatti, è più esposto al Covid e di conseguenza anche quello che può trasmetterlo con più facilità ai propri pazienti. Sicché, non è ragionevole che scelte personali possano ricadere sulla collettività incolpevole. Si tratterebbe di una scelta di responsabilità, connessa al ruolo e non già di una scelta attinente alla propria sfera personale. Per queste ragioni, l’ordine dei medici di Bologna ha deciso di correre ai ripari.

In che modo? Ebbene, i medici che si dichiarano contrari al vaccino, rischiano sanzioni disciplinari da parte dell’ordine di appartenenza. In proposito, inoltre, la Commissione Vaccini dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Bologna, ha predisposto un documento, nel quale si indica, molto chiaramente, quale sia l’obbligo che incombe sugli appartenenti alla categoria. In altre termini: ”se non vi sono controindicazioni individuali, che risultano ad oggi veramente rare, la vaccinazione deve essere effettuata”. Questo è quanto riportato nel testo.

Vanno applicate sanzioni i disciplinari per violazione del Codice Deontologico

Come visto, quindi, l’ordine dei medici di Bologna ha compiuto un passo importante, senza esitazioni, stabilendo che i medici che si dichiarano contrari al vaccino, rischiano sanzioni disciplinari da parte dell’ordine di appartenenza. Ciò in quanto, essi, mettendo a repentaglio la collettività con le proprie ideologie, violano palesemente il codice che hanno giurato di osservare.

La ragione di fondo della giustezza di questa posizione è rinvenibile nel fatto che la lesività o dannosità della vaccinazione non è sostenuta da alcuna evidenza scientifica. Si tratterebbe, dunque, di una posizione basata solo “su notizie non verificate o, peggio ancora, erratamente interpretate”, sostiene il consiglio. Senonché, le norme che il medico viola, nel momento in cui si oppone alla vaccinazione anti-Covid, sono molteplici.

Si pensi, all’articolo 1, 3, 5, 6, 32, 35, per citarne qualcuno. Sul piano deontologico, dunque, in merito al piano di vaccinazione, il ruolo del medico è centrale. Egli, infatti, dovrebbe fungere da anello di congiunzione tra la popolazione e lo Stato, fornendo quante più informazioni possibili ai pazienti, rassicurandoli. Deve, infatti, addurre le argomentazioni necessarie relative all’efficacia e alla sicurezza dei vaccini. Tutte informazioni, cioè, che in questo momento di sconcerto, servono per accompagnare i cittadini verso una vaccinazione informata e consapevole, basata sulle conoscenze scientifiche ad oggi disponibili. Di conseguenza, comportamenti, dannosi in tal senso, meritano senz’altro di essere sanzionati.

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