I gatti vedono a colori?

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Molte persone credono che i gatti vedano in bianco e nero. Questa convinzione si basa su studi scientifici molto datati, che oggi necessitano di essere rivisti e ampliati.

Si può dire con una certa accuratezza che sì, i gatti sono daltonici. Ma cosa significa? Nell’essere umano il daltonismo, o meglio, la discromatopsia, è possibile in diverse forme e a vari livelli. La maggioranza dei daltonici umani ha la cosiddetta deuteranopia, cioè non distingue il verde. In genere, queste persone tendono anche a vedere anche rossi, aranci, gialli e verdi come se fossero un po’ più rossi di come effettivamente sono. Esistono poi altri tipi di cecità cromatica e diverse sensibilità ai colori.

Quindi i gatti vedono a colori?

La questione è ancora dibattuta, esistono ricerche i cui risultati vanno in conflitto tra loro. Questo rende il tema ancor più interessante. Molti scienziati sostengono che i gatti distinguano piuttosto bene i blu, vedendo invece i rossi, verdi e gialli come tonalità piuttosto simili.
Quindi sì, i gatti vedono a colori, ma è come se avessero un filtro freddo. Un po’ come l’Hudson o il Walden di Instagram? Non proprio, ma può servire a farsene un’idea. Nel dettaglio, gli studiosi dicono che distinguono blu, verde, giallo e violetto. Non distinguono rosso, arancione e marrone.

Perché la vista dei mici è diversa da quella umana?

I gatti vedono a colori? Sì, però rispetto alla percezione cromatica umana, quella felina è meno definita. La spiegazione sta nel numero di coni, cellule fotorecettrici sensibili a forme e colori. Gli umani hanno un’alta concentrazione di coni sulla fovea, che i gatti non hanno. Anche l’area centrale della retina felina è dotata di coni, ma in minor misura.
Loro hanno in compenso tantissimi bastoncelli, che rilevano perfettamente gli oggetti in movimento. Ecco perché sono così bravi a cacciare.
Noi umani li battiamo invece quando c’è da percepire un movimento lento. Un oggetto che si muove assai lentamente potrebbe apparire fermo ai loro occhi.

Il mondo visto attraverso gli occhi di un gatto

Confrontiamo la loro vista con quella umana per provare a immaginare il mondo dalla loro prospettiva. Il loro campo visivo è più ampio, 200 gradi contro i nostri 180. La loro visione periferica supera la nostra di circa dieci gradi per lato.

Sulla visione da lontano invece vinciamo noi, perché i gatti mettono a fuoco gli oggetti distanti con molta più fatica. Questo perché, come altri animali, hanno il tapetum lucidum, una struttura cellulare che si comporta come uno specchio riflettente. È posizionata dietro alla retina e serve ad aumentare la quantità di luce che essa può catturare. Così i gatti ci vedono molto meglio al buio, ma un po’ peggio di noi alla luce del giorno. Ed è anche il motivo per cui nelle foto gli occhi dei gatti sembrano dei catarifrangenti!

Questo anticipa l’argomento della visione notturna dei mici, fino a otto volte superiore alla nostra. È così non solo grazie tapetum lucidum, ma anche al numero più alto di bastoncelli fotorecettori della retina. Come si può facilmente notare, anche le pupille dei gatti sono particolari. Hanno forma ellittica e si dilatano moltissimo in condizioni di oscurità, per restringersi e diventare sottilissime quando la luce è forte. Si comportano come il diaframma delle macchine fotografiche.

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