I fondi pensione aumentano le sottoscrizioni: l’Italia s’è desta sulla previdenza integrativa?

pensione

I fondi pensione aumentano le sottoscrizioni: l’Italia s’è desta sulla previdenza integrativa? La COVIP, cioè la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione, ha pubblicato oggi i risultati della propria attività nel 2019. La relazione del presidente Mario Padula ha fatto emergere alcuni dati interessanti. I fondi pensione aumentano le sottoscrizioni: l’Italia s’è desta sulla previdenza integrativa? Pare di sì, anche se non è tutto oro ciò che luccica.

Innanzitutto, i fondi pensione devono concentrarsi. Ciò garantirebbe minori costi e una maggiore qualità nella gestione dei servizi offerti agli iscritti. Il consolidamento aiuterebbe anche in vista del mercato unico europeo della previdenza complementare. E, non casualmente, anche in relazione all’arrivo dei PEPP alla fine del prossimo anno. I PEPP, se non lo sapete, sono i prodotti pensionistici paneuropei. E promettono di rivoluzionare il mercato. Ma quanti sono i fondi pensione in Italia? 380, rispetto ai 789 di vent’anni fa. L’ulteriore consolidamento auspicato aiuterà a far crescere il numero degli iscritti (attualmente sono un terzo dei lavoratori). Ma migliorerà anche la qualità dell’offerta e orienterà gli investimenti verso i mercati finanziari e la crescita dell’economia.

I fondi pensione aumentano le sottoscrizioni: l’Italia s’è desta sulla previdenza integrativa?

I fondi pensione sono attraenti per una serie di motivi, già discussi in altri articoli. In particolare, consentono di sviluppare una ormai indispensabile pensione integrativa. E lo fanno con ottime performance. L’anno scorso, per esempio, i rendimenti netti sono stati in crescita tra il +7 e il +12%, rispetto al +1,5% del TFR. Importantissimo anche un altro dato. Nel 2019 gli iscritti alle varie forme di previdenza complementare sono arrivati a 8,3 milioni (+4%). Il tutto ha fatto crescere i capitali in gestione di 16,2 miliardi di euro. E dove investono i fondi pensione? In Italia per il 26,8% del patrimonio, con i titoli di Stato del Bel Paese che rappresentano circa ⅓ dei loro investimenti.

La quota maggioritaria è investita all’estero. Il 15,2% è costituito da liquidità e da crediti contributivi.

Ma, ci chiedevamo, è tutto oro ciò che luccica? Purtroppo no. 200mila persone hanno sospeso i versamenti. Un segno evidente della crisi che continuava a mordere anche l’anno scorso, nonostante tutto. E ci sono state richieste di anticipi per 2,2 miliardi, con mezzo miliardo ulteriore per le rendite integrative temporanee. Il bilancio, comunque, è positivo. E denota come, piano piano, i lavoratori italiani stiano comprendendo che la pensione integrativa non sia solo utile. Di più, è realmente indispensabile per mantenere lo stile di vita antecedente la pensione.

Consigliati per te