I fattori ESG ed i green bond: un matrimonio ideale

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I fattori ESG ed i green bond: un matrimonio ideale. E’ ormai chiaro che gli investimenti sostenibili sono sotto gli occhi di tutti. Gli investitori vedono sempre più i vantaggi finanziari e sociali dell’investimento sostenibile. E l’esplosione maggiore in questo settore la stanno avendo i green bond. Cioè le obbligazioni verdi. Vale a dire quegli investimenti a reddito fisso che servono per finanziare attività ecosostenibili.

La crescita dei fattori ESG

Quest’anno saranno 45 trilioni di dollari gli investimenti in prodotti finanziari con criteri ESG. Forse anche a causa della Covid-19, gli investitori si sono tuffati su questi prodotti nel corso dell’anno. E c’è un motivo per questa corsa ad investire qui. Negli ultimi cinque anni i prodotti SRI (Socially Responsibile Investments) hanno sovraperformato quelli che non lo sono. E il 94% degli indici sostenibili ha battuto i corrispettivi che non lo sono nei primi mesi dell’anno. Quindi, investire responsabilmente conviene. E parecchio.

I fattori ESG ed i green bond: un matrimonio ideale

I green bond, come detto, sono investimenti a reddito fisso che servono per finanziare attività ecosostenibili. Sono emessi da governi, società ed istituzioni finanziarie. Sono state introdotte da BEI e Banca Mondiale nel 2007. Partiti lentamente, nel 2019 sono aumentati del 51% rispetto al 2018. Ed hanno raggiunto i 258 miliardi di dollari di emissioni. Gli strumenti a disposizione sono svariati. Ed includono piazzamenti privati, covered bond e prestiti verdi. Nel primo caso la vendita dei titoli obbligazionari è fatta a privati, senza offerte pubbliche. Nel secondo caso si tratta di titoli obbligazionari supportati da attività reali con scopi ecosostenibili. I prestiti verdi, ovviamente, finanziano attività con scopi di sostenibilità.

E quali sono i settori maggiormente coinvolti nell’emissione dei green bond?

Energia alternativa, bioedilizia e trasporti sostenibili. Ma anche efficienza energetica, acqua sostenibile, prevenzione dell’inquinamento. E poi adattamento al clima e silvicoltura/agricoltura sostenibile. Il settore largamente più importante per le obbligazioni verdi è il primo. Cioè le energie alternative. Che hanno visto finora 143 miliardi di dollari di investimenti.

Non deve stupire che le Big Tech siano interessate a questo fenomeno. Alphabet, la holding di Google, ha infatti emesso finora 5,8 miliardi di dollari di green bond. Finanziandoci dall’efficienza energetica alla bioedilizia. I maggiori emittenti di obbligazioni verdi sono gli Stati Uniti. Seguono Cina, Francia e Germania. L’Italia è nona, con 6,8 miliardi emessi finora. Ed un cambiamento dal 2018 al 2019 del +128%.

Cosa succederà adesso?

Con questo boom di investimenti sostenibili, una domanda si pone chiara e forte. Il loro impatto sui ritorni dei portafogli. In tempi di estrema esuberanza e di crisi di mercato, le aziende con rating di sostenibilità più elevati hanno battuto i propri benchmark. Ma il mercato ha ancora spazi enormi. Infatti costituisce solo il 3% dell’emissione annuale di titoli obbligazionari.

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