I dividendi migliori a Piazza Affari: la classifica

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Chi investe cerca i dividendi migliori e  spesso guarda ai mercati esteri lasciandosi sfuggire ottime occasioni anche qui in casa. Infatti esistono ottimi dividendi anche a Piazza Affari. Questa la classifica di quelli più alti.

Investire in dividendi

Come detto più volte, investire in dividendi significa puntare su titoli che possono offrire una rendita continuativa nel tempo. Il vero segreto in questo caso è guardare a titoli azionari che possono avere un basso payout ma anche forti e solide fondamenta. L’asso nella manica resta anche il vantaggio competitivo sulla concorrenza. Inutile dire che la cedola dev’essere anche sostenibile nel tempo. Un mix di fattori che,  erroneamente, si è creduto più presente su Wall Street che non a Piazza Affari. Eppure esistono dei titoli azionari che presentano punti forti molto importanti anche sul Ftse Mib.

I dividendi migliori a Piazza Affari

Infatti tutti i settori che caratterizzano il listino italiano daranno grandi soddisfazioni ai propri azionisti. Anche nei prossimi anni. Non solo, ma che potranno mantenere questi standard anche per il prossimo triennio. Ma quali sono queste azioni?

Forse non tutti sanno che sul mercato italiano ci sono cedole che possono superare anche il 9%. Il primo riferimento è alla colonna portante del Ftse Mib ovvero ai titoli finanziari. Partiamo da quanto è stato fatto. Come detto, Piazza Affari ha segnato un 2018 già all’insegna di una generosità sostenibile. Per Equita Sim il rendimento medio, considerando anche stacchi straordinari, è stato del 16,3%. Ma per il 2019 potrebbe essere addirittura migliorato. A dare la spinta, i finanziari, in particolare Intesa Sanpaolo, vecchia conoscenza degli aficionados del rendimento. Per la banca italiana il regalo agli azionisti arriva con un dividend yield del 9,8%. Ben oltre il 6,4% di Azimut e del 6,3% di Eni. Ma allargando la visuale ci sono anche il 5,9% di Enel e il 5,3% di A2A. Numeri alti, ma a quanto pare anche sostenibili.

Utility ed energetici

Da sempre, infatti, Intesa, come detto, è vista come un buon serbatoio rendimenti, il che, guardando allo storico, potrebbe essere già una rassicurazione. Per quanto riguarda Eni, invece, la spinta viene data da un petrolio che, stando agli ultimi avvenimenti, potrebbe trovare finalmente una stabilizzazione. Non solo per via dei recenti attacchi agli stabilimenti di Saudi Aramco che ne hanno tagliato la produzione (peraltro prontamente ristabilita) ma anche per l’azione dell’Opec che ha recentemente confermato la sua politica di tagli alla produzione. Per quanto riguarda Enel, è facile individuare il punto di vantaggio nella sua posizione di leader nel settore delle rinnovabili. Oltre, ovviamente, al fatto di essere, come A2A, un titolo difensivo del settore utility. Anche loro un buon serbatoio di rendimenti.

Approfondimento

Analisi e Schede tecniche  dei titoli azionari italiani citati nell’articolo

 

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