I dividendi da comprare adesso

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Buoni acquisti sui mercati a prezzi superscontati e per di più con una cedola a prova di coronavirus? È possibile. Ecco i dividendi da comprare adesso.

Con ogni probabilità dopo il crollo delle Borse mondiali, le banche centrali potrebbero intervenire per placare gli animi. Magari abbassando ulteriormente i tassi. A tutto discapito delle rendite.

Dividendi da comprare adesso

Ecco perché mai come adesso, è bene guardare a titoli azionari in grado di offrire un’integrazione del reddito.  Soprattutto visto che nemmeno il decennale Usa, adesso ai minimi storici, può dare una mano con il suo scarno 0,3%. Per questo motivo si guardi ad azioni da dividendi da comprare adesso perché sicure nel tempo.

Un settore da monitorare

Il primo settore da monitorare è proprio quello dei farmaceutici. Un esempio può essere  AbbVie (NYSE:ABBV), che ha recentemente visto un sell off a causa della scadenza del suo principale brevetto, Humira. Da un punto di vista finanziario anche l’acquisto di Allergan è apparso come una mossa per alcuni versi azzardata. Ma nonostante ciò gli operatori si dichiarano ottimisti sul titolo.

Le previsioni degli analisti

Le previsioni degli analisti parlano di un aumento degli utili dell’8,3% quest’anno e dell’8,7% nell’anno fiscale 2021. Se poi si parla di dividendi, la sua casa madre, la Abbott Laboratorie, vanta 47 anni di pagamenti consecutivi sulla cedola. Certo non è una garanzia anche per Abbvie, ma attualmente il suo dividend yield è al 5,3% su un payout che non arriva al 49%. Inoltre è recentemente rientrata tra i consigli di acquisto di Ubs che, oltre al rating Buy parla di un target a 105 dollari.

I grandi nomi del dividendo italiano

Se si parla di cedole e si vuole un quadro sull’Italia, i grandi nomi del dividendo italiano restano sempre quelli di Unicredit e Intesa con un dividend yield rispettivamente del 6,2% e del 9,6%. Se invece si vuole azzardare sul petrolio Eni è ancora ai vertici con una cedola del 7,8%. Ma volendo restare in ambito energetico si può parlare anche del 4,9% di Snam o del 4,37% di Tenaris.

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