I dazi come parafulmine. Germania grottesca

dazi

Ormai i dazi e la correlata guerra doganale tra USA e Cina sono utilizzati come parafulmine, come giustificativo per qualsiasi problema di carattere economico o finanziario si prospetti in giro per il mondo.

Certamente stiamo parlando di un tema molto caldo ed è difficile immaginare che lo stesso Trump non sfoderi e rinfoderi la sciabola dei dazi a suo piacimento consapevole delle dinamiche che genera.

Con questo non stiamo dicendo che ne approfitti a livello finanziario: assolutamente e sia ben chiaro.

Ma gli effetti politici e complessivi comunque sono ormai chiari.

Vi sono vicende e situazioni dove l’attribuzione di responsabilità o meriti alla guerra sui dazi hanno un fondamento ed altre dinamiche dove una tale correlazione assomiglia tanto a un grottesco parafulmine.

Dietro al quale nascondere le proprie incapacità ed inefficienze.

I dazi: deprimono e rialzano le Borse internazionali

Sul fatto che le Borse reagiscano male o viceversa riprendano vigore a seguito delle notizie sui dazi nessuno può avere da ridire.

Vi sono molti motivi oggettivi a che tantissime aziende quotate possano soffrire una guerra doganale nella forma e dimensioni attuali.

Di più, a terrorizzare letteralmente gli operatori è il fatto che il dilagare di mosse e ritorsioni possa poi estendere il numero delle aziende coinvolte e in un secondo momento anche arrivare ad altre nazioni.

Insomma sulle dinamiche dei mercati azionari la correlazione è evidente e direi inevitabile.

Pechino soffre  molto più degli USA

Come abbiamo visto anche stamani dai dati macroeconomici cinesi l’economia di Pechino soffre molto di più di quella statunitense le vicende legate alle tensioni doganali.

E’ normale che sia così in fin dei conti è la Cina ad essere sotto attacco e a cui vengono chiesti tagli alle esportazioni.

Anche in questo caso la correlazione regge.

BCE e dazi altrui

I dazi certamente provocano tensioni oggettive a livello internazionale.

Detto questo riesce difficile capire come, anche nell’ultimo report , la BCE li citi ai primi posti come causa del rallentamento in  atto nell’Unione Europea.

Si sta parlando di nuove tasse doganali  che, almeno per il momento ( e speriamo anche in seguito) lasciano completamente fuori le aziende europee.

Dunque di che si sta parlando?

Dobbiamo pensare che la BCE da sempre totalmente scevra di attenzioni verso le Borse in questo caso vi si ritrovi affratellata?

Stranezze verbali e documentali difficili da condividere…

La guerra commerciale affossa la Germania???

Ma il contesto da “Oggi le comiche” emerge quando si parla della Germania.

Ancora oggi, dopo, l’ennesima tornata di dati macroeconomici disastrosi da recessione in arrivo, molti osservatori si allineano alla pervicace view di Berlino che indica nei dazi la causa principale della crisi dell’industria tedesca.

Ma come? I prodotti tedeschi sono ancora immuni da nuovi dazi.

Semmai dovrebbero essere avvantaggiati dal fatto che concorrenti invece li debbano subire e pagare!

Senza volere ricreare un sub-strato storico che preferiamo lasciare nel passato è però giusto evidenziare una cosa.

Furono proprio le SS per prime ad utilizzare un motto che più o meno suonava così:” tu continua a ripetere una bugia più e più volte alla fine il popolo finirà per scambiarla per la verità…”

Ecco, speriamo che certe pessime abitudini del passato non stiano tornando di moda.

I tedeschi debbono farsene una ragione.

Dopo essersi illusi di avere vinto la terza guerra mondiale sui piani della finanza ora è il momento di prendere atto che la loro è stata una vittoria di Pirro.

Scusare la propria disastrosa guida dell’Unione Europea, che ora  sta affossando anche la Germania stessa, dietro alla guerra sui dazi tra USA e Cina è patetico.

Se non altro confidiamo da italiani che questo cine-panettone contribuisca ad abbatterne l’immagine internazionale che è uno dei principali plus che sostengono lo spread BTP /Bund.

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