I dati economici ci “restituiscono” un’Europa allo sbaraglio

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Una carrellata di dati così penalizzata verso le attese dovrebbe far sì che lor signori, coloro che guidano i destini della comunità europea si pongano qualche interrogativo sulle loro strategie politiche e corrano ai ripari quanto prima.

Si è ben consapevoli che non sempre i dati macro-economici possono uscire positivi, brillanti e battere le attese ma quando escono così deludenti  in un contesto di disoccupazione dilagante ignorarli e proseguire sulle stesse vie senza fare nulla per cambiare rotta vuole dire avere buone probabilità di andare a schiantarsi su qualche scogliera.

Riepiloghiamo quanto appena uscito sui siti informativi:

  EUR Indice dei direttori agli acquisti del settore dei servizi spagnolo (Ago) 52,7 52,1 52,6
  EUR Indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi italiano (Ago) 52,6 53,2 54,0
  EUR Indice PMI Markit composito francese (Ago) 54,9 55,1 55,1
  EUR Indice dei direttori agli acquisti del settore terziario francese (Ago) 55,4 55,7 55,7
  EUR Indice PMI composito tedesco (Ago) 55,6 55,7 55,7
  EUR Indice dei direttori degli acquisti del settore servizi tedeschi (Ago) 55,0 55,2 55,2
  EUR Indice composito dei servizi (Ago) 54,5 54,4 54,4
  EUR Indice dei direttori agli acquisti del settore servizi (Ago) 54,4 54,4 54,4
  GBP Indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi (Ago) 54,3 53,9 53,5

 

Si era partiti bene col dato spagnolo a contrastare quello infelice di ieri in ambito manifatturiero ma poi ci ha pensato l’Italia a riportare il segno rosso accompagnata, guarda un po’ sia da Francia che da Germania.
Poi troviamo un per lo meno strano dato europeo positivo .

Nessuno discute l’attendibilità dei dati tanto meno dei PMI ma poi qualcuno ci spiegherà come fa ad uscire positivo un dato UE quando l’analogo tedesco e il similare francese sono negativi…


Al dunque, ancora una volta come capita sempre più spesso, l’unico vero dato promettente è quello britannico che Brexit o non Brexit scalderà il cuore a chi ha voluto questo storico distacco dall’Unione europea che , a parte dovute pause e contrazioni determinate dai ritardi nella sigla degli accordi definitivi tra Londra e Bruxelles, sta “performando” alla grande.

La forza della borsa italiana nonostante dati sfavorevoli non deve trarre in inganno, questo rimbalzo è ottima occasione per alleggerire le posizioni più a rischio come ad esempio i bancari.

La massima esplosione di volatilità con relativo sell-off ce l’aspettiamo per ottobre col culmine circa ma età mese nella “ricorrenza” dei 21 anni dell’ottobre nero del 1997 ma non è detto che da qui a ottobre siano tutte rose e viole, l’autunno è ormai vicino.

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