I contributi figurativi per disoccupazione o cassa integrazione riducono le pensioni INPS?

Cassa Integrazione

La Redazione di ProiezionidiBorsa risponde ai Lettori che chiedono se i contributi figurativi per disoccupazione o cassa integrazione riducono le pensioni INPS. Sono innumerevoli i lavoratori che a causa della diffusione del coronavirus non hanno modo di svolgere attività professionale. La sospensione di molte attività produttive li costringe a frequenti periodi di inoccupazione e continue interruzioni di carriera. A preoccupare i lavoratori subentra la consapevolezza che una riduzione di anzianità contributiva possa penalizzare gli importi degli assegni pensionistici.

Nel precedente articolo “Quanti anni di contributi figurativi si possono avere?” troverete suggerimenti per aumentare il montante di contribuzione. L’anzianità contributiva che un lavoratore accumula nel corso della carriera professionale ha una doppia valenza. Da un lato incide sull’età in cui il contribuente può accedere al trattamento previdenziale, dall’altro sull’ammontare del rateo mensile. Di qui la preoccupazione di chi si chiede se e in quale misura i contributi figurativi per disoccupazione o cassa integrazione riducono le pensioni INPS. A tutela dei lavoratori nella cui storia contributiva compaiono periodi con copertura assicurativa di tipo figurativo interviene la circolare 94/2015 dell’INPS.

I contributi figurativi per disoccupazione o cassa integrazione riducono le pensioni INPS?

La contribuzione figurativa rappresenta una copertura che l’Ente previdenziale garantisce a chi subisce perdita o riduzioni dell’orario lavorativo. Sia il lavoratore in cassa integrazione, sia quello che percepisce la NASPI ha diritto all’accreditamento dei contributi figurativi. Il versamento di tale assicurazione non compete né al datore di lavoro, né al dipendente poiché si tratta di fondi pubblici a sostegno dei lavoratori.

I contributi figurativi servono ad incrementare il montante di contribuzione e risultano utili ai fini della pensione e delle altre prestazioni INPS. L’INPS accredita contributi figurativi in relazione alla media degli stipendi che il lavoratore in disoccupazione ha percepito nei 4 anni precedenti. La soglia limite per la determinazione della contribuzione figurativa non può superare 1,4 volte l’ammontare mensile della NASPI.

Ne consegue che solo chi nel 2019 ha percepito retribuzioni superiori a 1.860,26 euro si ritroverà con una riduzione dei contributi figurativi. Tuttavia poiché la maggior parte dei lavoratori che maturano il diritto all’indennità di disoccupazione percepisce stipendi inferiori non vi sarà alcuna penalizzazione. Identica la situazione di chi accede alla pensione con il sistema contributivo che quindi esclude il parametro della retribuzione. Anche per questi lavoratori ci si rende conto che la contribuzione figurativa non ha ricadute negative sugli importi pensionistici.

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