I consumatori si indebitano sempre di più, il rimedio è accedere alla procedura di sovraindebitamento?

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La crisi economica nazionale, aggravata dalle chiusure forzate imposte dal lockdown in questo ultimo anno, ha portato a un inevitabile aumento dei debiti. Purtroppo, con la fine delle misure di sostegno, i numeri sono destinati a salire.

In un periodo di forte crisi economica, il debitore, che non riesce a saldare i suoi debiti, e non ha nulla di liquidabile o fungibile per pagare i creditori, si può sentire costretto a sfruttare il mercato nero dell’usura.

Non si può lasciare che le difficoltà di queste persone incrementino gli affari illeciti degli strozzini. Anche perché gli usurai non propongono una soluzione. Ma una strada a senso unico. Che peraltro raramente porta a liberare il debitore.

Se i consumatori si indebitano sempre di più, il rimedio è accedere alla procedura di sovraindebitamento?

Proprio per evitare ciò sono stati istituiti gli Organismi di composizione della crisi da sovraindebitamento. Questi, a fronte della situazione debitoria, predispongono un piano di rientro che ridimensioni il debito dando a colui che accede a tale procedura la possibilità di ripartire.

La riforma del sovraindebitamento ha aperto l’accesso a questa procedura ai consumatori, piccoli imprenditori e professionisti che non riescono a far fronte ai debiti contratti. Questi possono accedervi una sola volta nella vita, se valutati meritevoli. E, come condizione, è stata inserita quella della parziale soddisfazione dei creditori. Qualora i debitori nei 4 anni successivi abbiano risorse economiche tali da poter pagare almeno il 10% di quanto dovuto.

Omologate solo un terzo delle procedure

I consumatori si indebitano sempre di più: il rimedio è accedere alla procedura di sovraindebitamento. Infatti si è avuto un esponenziale aumento delle domande. Anche se, non tutte le procedure si sono concluse.

I giudici, per ora, hanno omologato poco meno del 30% degli accordi, ciò perché, spesso, non si ha il parere favorevole del creditore. Questo accade soprattutto quando si ha a che fare con l’Erario, il quale vorrebbe attivare una procedura liquidativa.

Tuttavia, la nuova transazione fiscale potrebbe portare a superare questo impasse consentendo al giudice di omologare anche senza il parere dell’Erario.

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