Guerra valutaria fra le banche centrali

Le banche centrali sono scese in campo per tagliare nuovamente i tassi di interesse. Siamo sull’orlo di una nuova guerra valutaria?

La svalutazione compulsiva

Non è un mistero che il presidente Usa Donald Trump abbia più volte chiesto, e con insistenza, al governatore della Banca Centrale statunitense di tagliare il costo del denaro. Non solo, ma recentemente è arrivato addirittura a minacciarne la sostituzione. Una sostituzione che, invece, si è trasformata in realtà per il numero uno della banca centrale turca Murat Cetinkaya sostituito dal suo incarico di Governatore dal suo vice, Murat Uysal. Secondo il presidente, Recep Tayyip Erdogan, infatti, Uysal sarebbe più adatto allo scopo perché più incline ad una politica dovish sui tassi di interesse. Intanto la Federal Reserve, ha iniziato una serie di manovre per riavvicinarsi, a sua volta, ad una gestione più accomodante della politica finanziaria.

Il cambio di rotta della Fed

Un cambio di rotta che ha fatto sospettare a molti di possibili interferenze da parte della Casa Bianca. Un sospetto che cresce se si pensa che solo poco più di sei mesi fa gli analisti si chiedevano non se ma di quanto i tassi di interesse sarebbero stati aumentati. Ed invece oggi si aspetta l’esatto contrario. In tutto questo, complice un Pil del secondo trimestre in calo, anche la banca centrale cinese si sta attrezzando per mettere mano a politiche di stimolo monetario. Sullo sfondo una Bce che non solo vede in Draghi un fautore delle strategie di aiuto all’economia ma che, ne frattempo, si è assicurata continuità sullo stesso piano con l’arrivo a novembre di Christine Lagarde sulla poltrona della Bce, oggi occupata dall’italiano.

Le previsioni degli analisti sulla guerra valutaria

Senza dimenticare che anche la Bank of England, giustificandosi con l’incertezza rappresentata dalla Brexit, non solo non ha intenzione di alzare i tassi, ma potrebbe anche essere costretta ad intervenire di fronte ad un pericolo recessione che si potrebbe concretizzare proprio con l’addio, forse anche senza accordo, di Londra all’Ue.

Traendo le conclusioni, secondo Thanos Vamvakidis, responsabile globale della strategia G-10 FX presso Bank of America Merrill Lynch, non è da escludere che sia in arrivo un’altra guerra delle valute. Una guerra che, come recentemente si è visto, non può avere alcun vincitore se tutti si muovono all’unisono. Inoltre la base di partenza è per tutti gli istituti già bassa di per sé. Infatti il costo del denaro è reduce da circa un decennio di politiche accomodanti.

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