Guerra dei dazi…ma non solo: Trump sta sottovalutando i cinesi

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Altre grane per il Presidente USA da Tesla con Musk fuori dai binari e i Tbond USA con rendimenti quanto mai attrattivi…


Stabilire con precisione quanto debito pubblico americano sia in mano cinese è impresa impossibile. Quello che si sa è che comunque trattasi di una percentuale molto molto significativa.

Allo stesso modo i cinesi detengono grandi quantità di dollari.

A tal proposito pochi forse hanno chiaro che negli ultimi anni la mancata forza del dollaro nonostante il ciclo americano sia stato il primo a riprendersi e con vigore ha certamente avuto varie motivazioni; non ultima quella di una sorta di ritorsione dei paesi arabi nei confronti della politica USA.
Gli sceicchi infatti, già nel 2012, stanchi delle intromissioni della CIA e della Casa Bianca hanno progressivamente cominciato a svendere grandi quantità di valuta americana per rendere più costoso l’approvvigionamento di petrolio e materie prime. Fanta-economia? Forse, ma le dichiarazioni di califfi sulla sostituzione degli euro ai dollari come riserve ci sono state eccome.

Visto quanto accaduto con gli arabi, Trump farebbe bene a non sottovalutare le contromosse cinesi alla sua politica dei dazi che proprio in Pechino ha il bersaglio principale.

Tra l’altro i cinesi pare si stiano muovendo anche su fronti di ritorsione molto più sofisticati  di quelli adottati dagli arabi nel mero campo valutario.

Dei contro-dazi sui prodotti americani già sappiamo.

Ora la frontiera della “battaglia” si è spostata ben oltre.

Nello scorso fine settimana borsistico abbiamo visto soffrire anche i listini stranamente condotti per mano al ribasso da Amazon e Apple. Le due star più in forma sin qua.

Poi si viene e a sapere che fonti accreditate , a tal proposito una approfondita inchiesta su Bloomberg, danno per certo che una società collegata all’esercito cinese è riuscita ad infiltrare un chip malware sia nei prodotti Apple che nella TV di Jeff Bezos.

Anche società collegate al settore come gli assemblatori di Lenovo hanno accusato il colpo con addirittura un -18% giornaliero.

Era un po’ che il Nasdaq non perdeva l’1.81% in una giornata….

A fare salire la pressione a Trump poi ci pensa quotidianamente anche Elon Musk CEO di Tesla ormai in guerra aperta con la SEC. Musk con l’ennesimo tweet ha praticamente accusato la commissione di avere come scopo l’arricchimento degli speculatori. Per uno che con i suoi Tweet ha da poco fatto schizzare follemente in su e in giù i prezzi delle azioni della sua azienda…direi un bel coraggio!

Non solo, anche sul fronte dei tassi l’innamoramento di Trump per vedere le borse costantemente ai massimi durante la sua presidenza, diciamo espansiva, viene per lo meno turbato dal fatto che le dichiarazioni di Powell e gli intendimenti della FED cominciano a farsi sentire.

I tassi del TBond decennale USA a 3.20% era da 7 anni che non si vedevano, ma soprattutto possono divenire molto attrattivi per grandi flussi di capitali che dall’equity hanno già avuto molto….

 

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