Guerra commerciale: una spina nel fianco per Wall Street

È passato ormai più di un anno dall’inizio della guerra commerciale tra USA e Cina. Una sfida che secondo Trump sarebbe stata semplice da affrontare e che però, visti gli attuali scenari, sta diventando più impegnativa del previsto.

Intanto, l’impatto sui mercati finanziari si è fatto sentire molto e soprattutto in quei segmenti più esposti. Tutto ciò paradossalmente proprio mentre Wall Street stava attraversando da inizio dell’anno uno dei periodi rialzisti più forti di sempre.

Come è iniziata la Guerra Commerciale?

Era il Marzo del 2018 e il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in un Tweet molto ironico e pungente affermava quanto segue:

Tweet Trump inizio guerra commerciale

Sostanzialmente un commento a quello che fu l’inizio di un dissidio iniziato con l’imposizione di dazi doganali sulle merci importate dalla Cina. Il motivo era abbastanza chiaro: il problema del furto dei brevetti e delle proprietà intellettuali delle aziende americane, che venivano puntualmente rielaborati e distribuiti come prodotti cinesi. Insomma qualcosa a cui siamo abbastanza abituati da anni.

Lo scenario attuale

A distanza di più di un anno e dopo i vari battibecchi tra i due Presidenti, la situazione non sembra esser tanto cambiata. Pensiamo, ad esempio, che nemmeno un mese fa la Cina, sempre in risposta alle parole di Trump, ha attuato l’azione di svalutazione dello Yuan, con ripercussioni abbastanza importanti sull’economia. Ed è solo di tre giorni fa il seguente Tweet

Tewwet di Trump del 23 Agosto 2019

Che fa capire bene come il Presidente americano sia fortemente deciso a vincere non solo la battaglia, ma anche la guerra.

Le recenti dichiarazioni sui nuovi dazi

Dalle ultime dichiarazioni è emerso come la situazione, almeno fino a nuovi contatti, sia sempre in bilico.  Dal primo ottobre la percentuale di tassazione dichiarata in precendenza del 25%, diventerà 30% su 250 miliardi di dollari di prodotti. Senza contare un 10% che diventerà 15% su 300 miliardi che ancora sono esenti da dazi.

La guerra Commerciale e i titoli a Wall Street

Chi ha sofferto molto in questi contesti sono state ovviamente quelle realtà che basavano il loro modello di business sull’esportazione a livello internazionale. Ma dall’altro lato anche quelle che non sono state in grado di spostare la produzione altrove, per motivi economici. I titoli azionari, di conseguenza, hanno mostrato cedimenti notevoli, proprio nel periodo di fine maggio, quando la situazione si è fatta incandescente.

I possibili scenari futuri

Se diamo uno sguardo al presente, l’ultima chiusura di venerdì è stata negativa per tutti e tre i principali indici, reduci da montagne russe. Ma c’è da considerare anche che la guerra commerciale non è l’unico fattore scatenante dell’attuale incertezza.

Abbiamo già visto come l’inversione della curva dei rendimenti abbia gettato nel panico le Borse perché simbolo di una recessione in arrivo.

In conclusione, per rimanere focalizzati sull’argomento Trade War, dovremmo attendere che i rapporti diventino leggermente più rilassati e si giunga quantomeno ad una sorta di accordo. Staremo a vedere.

Consigliati per te