Guai in vista con l’abbassamento del limite per la dichiarazione di default

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Per le piccole e medie imprese, lavoratori autonomi e famiglie, le notizie tristi non mancano mai. Guai in vista con l’abbassamento del limite per la dichiarazione di default.  Il primo gennaio del 2021 entrerà in vigore la nuova classificazione europea dello stato di inadempienza nei confronti degli istituti di credito. Purtroppo l’Europa nel 2013 ha approvato questa norma utile per mettere in sicurezza il sistema bancario. Oggi, però, a pochi mesi dall’introduzione, ha il sapore di una beffa per l’attuale contesto storico.

La crisi del coronavirus ha messo in ginocchio tutti

Le imprese e i professionisti hanno ridotto i fatturati mentre le famiglie hanno difficoltà a pagare le spese correnti. Con il primo gennaio 2021 entra in vigore il nuovo regolamento europeo che abbassa enormemente il limite per la dichiarazione di default. Vediamo nello specifico piccole e medie imprese, lavoratori autonomi e famiglie a quali problemi vanno incontro.

Quando scatta la segnalazione alla Centrale rischi

La segnalazione alla Centrale Rischi della Banca d’Italia scatterà molto prima rispetto ad oggi. Basta un arretrato di 90 giorni per un importo dell’1% del debito, con una soglia minima di 100 euro per le persone e di 500 euro per le imprese. Purtroppo l’Europa ha stretto la percentuale del debito. Attualmente corrispondeva al 5%. La Banca d’Italia, con la segnalazione, inserirà l’imprenditore o la persona fisica nell’elenco dei cattivi pagatori. Di conseguenza, addio sogni di gloria, l’accesso al credito diventerà un sogno. Perciò per l’impresa il fallimento è inevitabile mentre per la persona fisica il dissesto finanziario diventa realtà.

Guai in vista con l’abbassamento del limite per la dichiarazione di default

Con l’introduzione di questo nuovo regolamento non sarà più possibile impiegare disponibilità presenti su altre linee di credito. Questa manovra serviva per compensare eventuali inadempimenti ed evitare la classificazione in default. Dal primo gennaio tutto ciò non sarà più possibile. Le piccole e medie imprese hanno problemi di liquidità e sottocapitalizzazione. Ora con questa nuova norma la vita per tutti diventa più difficile. Uscire dalle sabbie mobili diventa impossibile.

Confesercenti lancia il grido di allarme

Confesercenti ha lanciato l’allarme. 42mila attività del commercio, dell’artigianato, dell’industria e dei servizi corrono il rischio di chiudere i battenti perché diventa difficile far fronte ai debiti. Le banche non sarebbero più predisposte a dar credito per evitare il rischio di troppi crediti deteriorati. Le brutte notizie per imprese e cittadini sono sempre all’ordine del giorno: guai in vista con l’abbassamento del limite per la dichiarazione di default.

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