Grexit ed equilibrio tra azioni ed obbligazioni Intervista a Gian Piero Turletti

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GREXIT ED EQUILIBRIO TRA AZIONI ED OBBLIGAZIONI

Intervista a Gian Piero Turletti

Autore Magic box in 7 passi

 

Cosa pensa della ennesima dichiarazione relativa alla situazione greca sull’impossibilità di onorare il debito?

Appunto, che si tratta dell’ennesima dichiarazione da parte greca già scontata dai fatti e dalle analisi finanziarie sul punto.

E’ decisamente più interessante la dichiarazione del ministro delle finanze tedesco sulla possibile soluzione.

La trovo interessante, perché, come qualcuno ricorderà, era stata anticipata da parte mia proprio su questo blog ed ora ritrovo le stesse indicazioni da parte di un esponente politico di peso dell’esecutivo tedesco.

A cosa si riferisce?

Il ministro delle finanze tedesco, a fronte della sempre più ravvicinata possibilità che la Grecia non adempia alle proprie obbligazioni, ha indicato una possibile via d’uscita, rappresentata appunto dall’adottare l’euro senza far parte dell’UE, e richiamando espressamente la situazione del Montenegro.

Inoltre ha indicato per la Grecia la possibilità di una doppia circolazione monetaria, riconducibile all’euro e ad altra moneta locale.

Né più, né meno che le indicazioni che già mesi fa formulai personalmente, quali possibili soluzioni alla crisi greca.

Segno, a mio avviso, che, considerate sempre più irrealistiche le possibilità di ripagare il debito, non possono che attivarsi soluzioni basate su strumenti monetari, come appunto dissi in un’intervista di qualche tempo fa, ad ulteriore dimostrazione che gli stessi rigoristi, alla fine, sanno bene quali siano le possibilità concrete da mettere in atto.

Mi complimento per le sue indicazioni, ora fatte proprie anche dal ministro tedesco, ma per tornare ai mercati, come interpretare la recente correzione anche dell’obbligazionario?

La ringrazio del complimento, e vorrei rispondere alla sua domanda in ottica di analisi fondamentale, quindi con una prospettiva rivolta al lungo termine dei mercati.

Circa un mese fa formulai un’analisi fondamentale, che si può leggere qui:

Mercati e modello Fed: sotto o sopravvalutati? Intervista a Gian Piero Turletti

basata sul modello econometrico adottato dalla FED statunitense, che ritiene vi sia equilibrio tra azioni ed obbligazioni quando il rendimento del comparto azionario sia lo stesso del titolo di stato decennale  del paese interessato, ad esempio nel caso dell’Italia il BTP.

Il rendimento azionario è espresso dall’inverso del rapporto prezzo/utili, cioè è costituito dal rapporto tra utili e prezzo.

In quell’analisi avevo evidenziato come il comparto azionario, a livello internazionale, fosse da considerare ampiamente sottostimato, rispetto a quello obbligazionario.

Pertanto, tra gli scenari ipotizzati, avevo previsto un probabile ridimensionamento del comparto obbligazionario.

Complice anche la situazione greca, abbiamo assistito ad un contemporaneo ridimensionamento sia dell’obbligazionario che dell’azionario.

E’ quindi opportuno domandarsi se da un punto di vista di analisi fondamentale ed econometrica le cose siano cambiate, cioè se effettivamente ora si sia riequilibrato il rapporto tra obbligazioni ed azioni.

E come possiamo rispondere a tale quesito?

Per rispondere al quesito considero, nella presente analisi, un aggiornamento dell’utile medio per azione, basato su una media delle stime di consenso di un panel di analisti, aggiornato al 30 aprile.

Sulla base di tale dato, possiamo quindi pervenire a stimare l’attuale e/p, cioè l’inverso del p/e sui principali mercati azionari, e lo confrontiamo col rendimento del titolo di stato decennale del paese di riferimento.

S & P 500 e/p 4,63  rendimento decennale 2,215

Dax e/p 5,1 rendimento decennale 0,6

Ftse mib e/p 2 rendimento decennale 1,89

Cac 40 e/p 3,7 rendimento decennale 0,9

Ftse 100 e/p 3,89 rendimento decennale 1,94.

 

Quali conclusioni trarre da questa analisi?

Balza subito agli occhi che, in generale, il ribasso del comparto obbligazionario, unitamente a quello del comparto azionario, non ha sostanzialmente modificato il rapporto tra i due.

Il primo risulta a premio rispetto al secondo, e, pertanto, nei rispettivi paesi di riferimento va sicuramente ancora sovrappesato l’azionario, rispetto all’obbligazionario.

Va tuttavia rimarcata la specifica situazione italiana, che presenta rendimenti praticamente uguali tra azionario ed obbligazionario.

Abbiamo cioè assistito ad un maggior incremento di rendimento sull’obbligazionario, rispetto all’azionario.

Ne consegue che i valori dei due mercati sono sostanzialmente in equilibrio in termini di prezzo corrispondente al valore espresso dai fondamentali, anche se, con un tasso del decennale pari all’1,89, rimane ancora parzialmente sotto quotato l’azionario.

Per la precisione, a fronte dell’attuale p/e pari a 48,6, un rendimento del decennale pari a 1,89 comporta un p/e di 52,91, con un potenziale di apprezzamento pari a circa l’8,8 per cento.

In conclusione ecco le indicazioni sui mercati: sovrappesare l’azionario rispetto all’obbligazionario, ma evitare l’Italia, che quota sostanzialmente su valori di equilibrio.

Naturalmente, ulteriori dinamiche dei mercati potranno modificare la situazione e ci aggiorneremo periodicamente.

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