Green Pass e logistica: considerazioni e problematiche

Green Pass

Si sta tuttora discutendo, in ambito politico, di come modulare l’obbligatorietà di quel documento, che ormai tutti conosciamo, o di cui abbiamo almeno sentito parlare, noto col nome di Green Pass. Cerchiamo di fare alcune considerazioni, quindi, sulla relazione tra Green Pass e logistica, mettendo in luce delle problematiche.

Avendo a che fare in Italia, tale strumento, con la possibilità di accedere a determinati ambiti, ma probabilmente anche con i trasporti, se tale ultima indicazione verrà confermata a livello normativo, possiamo dire che il Green Pass ha molto a che fare anche con la logistica. Quella disciplina, a base prevalentemente matematica, che si occupa di ottimizzare trasporti ed immagazzinamento di merci e prodotti finiti.

La logistica è nata per disciplinare i flussi di merci e di prodotti da immagazzinare e poi vendere. Nel tempo si è specializzata soprattutto per rispondere a dubbi su come sia preferibile far arrivare i flussi nei punti vendita. Tutto ciò con efficientamento dei costi di magazzino, ma al contempo cercando di non far mancare il giusto quantitativo, per far fronte alla domanda di mercato. L’obiettivo è quello che il cliente finale non attenda i maggiori tempi dell’invio dal magazzino al punto vendita.

Il Green Pass presenta, per certi versi, problematiche analoghe.

Vediamo perché nelle prossime righe.

Green Pass e logistica: considerazioni e problematiche

Al posto delle merci o dei prodotti da trasportare ed immagazzinare, pensiamo ai trasporti locali, urbani ed extraurbani, per condurre a scuola o al lavoro gli utenti nelle diverse fasce orarie della giornata.

Attualmente i trasporti locali, soprattutto in determinate ore di punta, non sono certo strutturati per velocizzare i tempi, che invece richiederebbero i controlli sul possesso del Green Pass.

La convalida di un biglietto per trasporto urbano viene fatta, non a caso, a bordo del mezzo. Eseguito, poi, prevalentemente con sistemi elettronici o comunque con obliteratrici del biglietto.

Ovviamente questa impostazione è stata studiata in considerazione della necessità di evitare ingorghi e code lungo le fermate.

Immaginiamo, invece, cosa succederebbe se tutti coloro che devono prendere un bus dovessero anche dimostrare il possesso di un documento, prima di accedere all’autobus.

Problematica trasporti

I tempi si allungherebbero oltre modo, e certo non sarebbero più compatibili, proprio in termini di logistica, con orari di lavoro e scolastici.

Salterebbe, appunto, il cosiddetto just in time della programmazione dei trasporti per far giungere in tempo i passeggeri al luogo di destinazione.

A meno di una completa ristrutturazione del sistema del trasporto locale, soprattutto con un incremento notevole dei mezzi di trasporto.

Ristrutturazione che peraltro era stata invocata già da tempo, ma che sinora il sistema ha dimostrato di non saper o poter realizzare.

Anche solo tale aspetto mette decisamente in crisi l’idea di un Green Pass applicato al sistema del trasporto locale.

La nostra società si basa su un attento incastro degli orari dei trasporti con quelli relativi ad altri ambiti, soprattutto scuola e lavoro ed il Green Pass rischia di sovvertirli non poco.

Coerenza tra scuola e trasporti

Tale problematica presenta, però, anche un altro rilevante aspetto, da non sottovalutare. La necessità di una regolamentazione coerente tra obblighi di Green Pass per le scuole e realtà del trasporto pubblico locale.

Ma questo vale anche per il contesto lavorativo.

Se, come è probabile, a fronte di quanto superiormente esposto, il Green Pass ben difficilmente può essere attuato nel trasporto pubblico locale, ha senso stabilire un eventuale obbligo per le scuole? In particolare per gli studenti?

Ci troveremmo nella seguente situazione.

Il Green Pass per accedere a scuola richiederebbe vaccinazione o test negativo.

Ma tutti coloro che presentano questo test negativo, fatto nelle quarantotto ore precedenti, potrebbero venire comunque a contatto con persone, anche asintomatiche e comunque non controllate, a seguito di trasporto pubblico locale, per il quale il Green Pass non sarebbe obbligatorio.

È vero che chi si sottopone ad un test dovrebbe risultare comunque positivo, ma c’è comunque il rischio, in fase di incubazione del virus, che il test dia luogo ad un cosiddetto risultato falso negativo.

Nel frattempo, la non obbligatorietà del Green Pass nel trasporto pubblico locale moltiplicherebbe i rischi di contagio. Rischi che poi potrebbero trasmettersi in ambito scolastico, prima che un test dia risultato positivo.

Questo è uno scenario tra i più probabili, secondo quanto sappiamo sinora sulla base di dati emersi a livello scientifico.

Ovviamente resta, in alternativa, lo spettro della didattica a distanza, ma risolvere questo problema, o tentare di farlo, è una responsabilità politica, il che implica essere chiari nell’indicare i rischi che si corrono con talune soluzioni.

Green Pass e consenso informato

Qualora fosse comunque prevista l’obbligatorietà del Green Pass per accedere a scuola, occorre comunque ricordare che anche i vaccinati possono trasmettere il virus. Per cui questo documento non garantisce una immunità, né per chi è vaccinato, né per chi non lo sia.

Pertanto chi acceda ad un edificio scolastico dovrebbe essere consapevole dei rischi che corre.

E tale aspetto potrebbe presentare un altro interessante risvolto, da un diverso punto di vista.

Come noto i genitori che non assolvano agli obblighi scolastici dei figli minorenni commettono un reato.

Potrebbe però essere considerata una scriminante, sia pur atipica, il non aver mandato i figli a scuola, a fronte di un rischio di contagio, che neppure il Green Pass elimina?

L’impatto sui locali

Molto probabilmente, il Green Pass non potrà non avere conseguenze negative anche sui locali, quali bar e ristoranti.

E proprio, ancora una volta, da un punto di vista logistico.

Infatti dover controllare il Green Pass prima dell’accesso in un locale, ovviamente non potrebbe non determinare delle code di persone, in attesa del loro turno.

E questo aspetto, come influirebbe sulla decisione di aspettare o di lasciar perdere?

È evidente l’impatto sugli aspetti economici, e non è quindi vero che il Green Pass consenta di evitare impatti economici negativi.

Al massimo, lo si potrebbe auspicare per evitare il lockdown. Ma ci saranno persone che nei locali comunque non andrebbero, perché consapevoli di una mera riduzione del rischio di contagio e non di una sua eliminazione totale. E ci saranno anche coloro che non hanno voglia di fare code per accedere, per cui probabilmente questo strumento non sarà così risolutivo nell’evitare ripercussioni economiche ai locali interessati.

Non a caso diversi locali hanno comunque deciso, valutate ipotesi di fattibilità e conseguenti risvolti, di tener comunque chiuso.

Una ragione ci sarà.

In questo articolo, a proposito di Green Pass e logistica, abbiamo quindi fatto alcune considerazioni ed esaminato delle problematiche, sottese a questo nuovo tipo di documento, analizzate con l’ausilio di una sempre verde disciplina, la logistica.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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