Green Pass Day obbligatorio l’Italia rischia il collasso ma Draghi non cede sui tamponi

Draghi

Nonostante l’Italia abbia riacceso i motori grazie alla vaccinazione di massa, somministrata ormai all’80% della popolazione, domani rischia il collasso. In fabbriche, piazze e porti si prepara una situazione veramente esplosiva di blocchi e assenteismo. Il possesso di Green Pass sui luoghi di lavoro sarà un meccanismo complesso da verificare. Ma soprattutto in varie città da Roma a Milano, da Genova a Trieste si attendono nuove proteste. Vediamo i luoghi ad alta tensione da evitare, con la redazione Attualità di ProiezionidiBorsa.

Una minoranza che vuole portare il Paese al collasso

Il momento è difficile: da una parte c’è la maggioranza dei lavoratori, attonita davanti a una minoranza che disprezza le leggi. Che punta a bloccare l’attività del Paese, mettere in difficoltà il Governo. Ma anche avvelenare i rapporti tra le sigle sindacali e i partiti. Dall’altra parte ci sono i lavoratori “no vax”, che non sono da soli. Sono fiancheggiati anche da lavoratori autonomi, professionisti e pensionati. Infine anche 170mila no vax sono pronti a rifiutare il lavoro e tenersi il reddito di cittadinanza. Stanno cercando di raccogliere attenzione, organizzare la comunicazione. Le forze dell’ordine si stanno preparando a fronteggiare anche stranieri esterni alla protesta che stanno convergendo, entro domattina, nelle città ‘calde’.

I numeri della protesta sono impressionanti

Green Pass Day obbligatorio l’Italia rischia il collasso ma Draghi non cede sui tamponi. Sono 3,8 milioni i lavoratori senza certificato verde, che devono effettuare un tampone ogni 48 ore. Sono 150mila gli autotrasportatori italiani non vaccinati. Almeno altrettanti sono quelli provenienti dall’Est, che hanno certificati di vaccini non riconosciuti come Sputnik-V e Sinopec. Sono 100mila i lavoratori agricoli che mettono a rischio la vendemmia, la raccolta delle mele e olive. Sono quasi mille i lavoratori portuali no vax che incroceranno le braccia domani da Trieste a Genova, Napoli e Palermo. Vanno nella direzione contraria dei loro colleghi in California e Argentina, dove i portuali hanno scioperato per poter avere accesso prioritario al vaccino. Sono ben 18mila gli agenti di polizia senza vaccino. Non sarà facile dunque contemperare i diritti con il problema della sicurezza e la gestione dell’ordine pubblico.

Le farmacie prese d’assedio

Certo è che, se i numeri sono quelli previsti, un milione di tamponi al giorno l’intero sistema sanitario nazionale non riuscirà a soddisfare le richieste. Alcune aziende hanno deciso di finanziare la spesa e si sono attrezzate per tempo. Altre lo faranno, ma chiedono di poter inserire questi acquisti tra le spese scaricabili per sanificazione. Intanto i tamponi non si trovano. A Genova il tampone si venderà a prezzo calmierato di 5 euro. A Firenze e Milano restano i vecchi prezzi e chi entra in farmacia si vede dare appuntamento per metà novembre. Federfarma ha messo in campo 10mila farmacie, che sono già state prese d’assalto. “Noi abbiamo risposto alle esigenze del Governo sul prezzo calmierato che è un prezzo limite” dichiarano i vertici. “Possiamo essere disponibili a ridiscutere andando verso gli 8 euro previsti per la vendita ai minori”.

Non ci sono scioperi autorizzati

È stato chiarito oggi che non sono stati autorizzati scioperi, la Commissione ha respinto ogni richiesta. I movimenti intorno ai porti e alle logistiche, oltre ai gruppi su Telegram e WhatsApp mostrano chiaramente che per domani si terranno blocchi, i sit-in e manifestazioni nei porti di Genova, di Napoli, Palermo. A Trieste il Comune si offre come mediatore tra lavoratori e direzione portuale. A Genova i lavoratori del porto incroceranno le braccia. Ma lo faranno anche gli autotrasportatori stranieri con vaccini non riconosciuti. Mentre i residenti di San Marino hanno ricevuto il via libera dal ministro Speranza.

Green Pass Day obbligatorio l’Italia rischia il collasso ma Draghi non cede sui tamponi

Il Governo Draghi per ora non cambia rotta. Non c’è nessuna proroga per l’esibizione di certificati e tamponi, neppure per le categorie dei portuali e della logistica. Anche se Palazzo Chigi ammette che questo settore è critico per l’economia nazionale e che bisogna prendere una decisione, autorizzare o no i vaccini stranieri. Sul fronte fiscale potrebbe partire la parziale deduzione dei tamponi, se acquistati dalle imprese. C’è un clima di forte tensione non perché manchi il pane o sia in pericolo la democrazia. Ma perché il Governo darebbe una prova di debolezza preoccupante se non potesse tener testa, su tutti i fronti alla protesta. Intanto negli ospedali si continuano a registrare reazioni avverse nello 0,2 per milione dei casi. Mentre le terapie intensive e i decessi riguardano al 90% persone non vaccinate.

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