Grecia e Mercati: sviluppi Intervista a Gian Piero Turletti

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Intervista a Gian Piero Turletti

Autore metodo Magic box in 7 passi

Cosa pensa della situazione greca, dopo la ripresa delle trattative nei primi giorni della settimana?

Se non fosse per la drammaticità della situazione, parlerei dell’ennesima puntata di una telenovela, a conferma di quanto già indicato nella precedente intervista.

Se i principali partners europei sono rimasti infastiditi, per usare, forse, un eufemismo, dall’assenza di ulteriori proposte scritte da parte dei greci, devo sinceramente ammettere che, personalmente, non ne sono affatto stupito.

Continuano forti condizionamenti politici, e non credo, come ho già spiegato nella mia precedente intervista, che l’obiettivo di Tsipras sia quello di arrivare ad un accordo a tutti i costi, anzi.

Anche il fatto di non presentarsi alla riunione con un piano, dimostra, molto probabilmente, che non esiste una volontà di realizzare determinate riforme.

In fondo, il vero motivo per cui vinse Syriza è appunto quello di andare in direzione politica opposta.

Le alternative sono quindi solo due: o continuare a farsi finanziare dagli organismi internazionali in cambio, al limite, di discorsi politici generici e inconcludenti, fumosi li potremmo definire, oppure addossare agli altri le responsabilità per una uscita dall’eurozona.

Quanto ai mercati, il comparto obbligazionario ha visto quotazioni sostenute dai meccanismi di intervento previsti in caso di crisi, mentre quello azionario è andato incontro a quella volatilità ed a quei continui capovolgimenti di fronte, in ottica news driven, che avevo anticipato.

Ma se la Grecia dovesse introdurre una seconda moneta, tecnicamente come potrebbe fare?

Tramite il recupero di sovranità monetaria nazionale, che assegnasse alla banca centrale ellenica la facoltà di stampare denaro.

A questo punto, è tuttavia il caso di ricordare, come sempre da me sottolineato anche in vecchi post incentrati sulla politica monetaria, che tradizionalmente per creare moneta uno stato si indebita.

Praticamente o prende denaro dalla banca centrale, in cambio di titoli del debito pubblico.

O si indebita con i mercati finanziari, fatti di banche, privati, altri stati, che acquistino titoli del debito.

Tutto questo comporta alcune riflessioni.

Intanto, per indebitarsi sui mercati finanziari, occorre, naturalmente, che questi mercati abbiano fiducia di riavere indietro i propri soldi e sottoscrivano, quindi, titoli di stato, e mi pare, ovviamente, che questo presupposto ora manchi verso la Grecia.

Si potrebbe prevedere l’obbligo della banca centrale, come una volta avveniva anche in Italia, di sottoscrivere tutti i titoli del debito non sottoscritti dal mercato, ed anche per questo motivo alcuni economisti dicono che la stampa di denaro da parte di una banca centrale resta l’ultima, vera garanzia, di pagamento del debito pubblico.

Ma in questo modo, ovviamente, ci si indebita ulteriormente.

Direi che, nella situazione greca, l’unica, vera alternativa, è quella che prevede finanziamenti a tasso molto ridotto da parte della banca centrale ellenica, o addirittura a fondo perduto, quindi senza neppure necessità di emettere titoli di stato.

In pratica, si tornerebbe all’antico potere sovrano di emettere moneta.

Almeno in parte, questo potere dovrebbe essere ridotto, in situazioni normali, o meglio dovrebbe essere basato su certi limiti, calcolati tramiti algoritmi economici, per evitare un’eccessiva spinta inflazionistica.

Nei primi tempi, ovviamente, la Grecia, introducendo una seconda moneta, dovrebbe necessariamente fare a meno di tali limiti, per sopperire all’assenza di liquidità del proprio sistema finanziario.

Ma in questo modo, non risulterebbe uno squilibrio nel bilancio della banca centrale ellenica?

Tecnicamente, la cosa potrebbe risolversi, ad esempio attribuendo il potere di emettere moneta direttamente non più alla banca centrale ellenica, ma allo stato, tramite zecca di stato o imprese poligrafiche autorizzate, e facendo rientrare la proprietà della moneta direttamente negli asset pubblici.

Diversamente, mantenendo le competenze tradizionali alla banca centrale ellenica, sarebbe sufficiente prevedere nel suo stato patrimoniale, al passivo, le linee di credito aperte a favore dell’ente pubblico, ed all’attivo, di pari importo, un quantitativo di denaro il cui accredito venga autorizzato dal governo come voce contabile, appunto per parificare lo stato patrimoniale del bilancio bancario, senza che a tale voce corrisponda un debito dello stato verso la banca.

In altri termini, si tratta di sostituire, nell’attivo dello stato patrimoniale della banca centrale, i tradizionali titoli di stato emessi a favore della banca centrale, con denaro che la banca potrebbe creare, ma mettendolo direttamente a disposizione dello stato tramite linee di credito, iscritte nel passivo dello stato patrimoniale.

La moneta così creata, in altri termini, sarebbe una sorta di proprietà statale depositata presso la banca centrale, da consegnare allo stato tramite linea di credito, senza correlata emissione di titoli di stato.

Ogni qual volta lo stato utilizzi una linea di credito, sarà diminuito, di pari importo, all’attivo, la voce relativa alla moneta detenuta per conto dello stato.

Secondo norme regolatrici della materia, da approvare con legge e relativo regolamento di attuazione, e secondo i parametri ed i limiti adottati, questo canale consentirebbe allo stato di finanziarsi senza effettivo indebitamento.

Tradizionalmente, invece, all’attivo vengono messi i titoli di stato emessi dallo stato.

Ma una tale prospettiva non rischia, effettivamente, di creare una moneta molto svalutata rispetto all’euro e con dinamiche inflattive non indifferenti?

Anche a fronte della circostanza che tali meccanismi verrebbero introdotti in una situazione di emergenza, e per far fronte alla Grexit, certamente la dracma inizialmente non potrebbe valere oltre un range presumibilmente compreso tra un terzo e metà dell’euro, peraltro in una fase iniziale con probabili, forti spinte inflazionistiche.

Poi, tuttavia, anche in relazione a quanto già dettagliato in precedenti interventi, la ripresa economica, derivante da questo tipo di politica monetaria espansiva, creerebbe una crescita, che si legherebbe ad una ripresa di valore della moneta.

Naturalmente non esiste una bacchetta magica che tutto risolva, senza avere i propri pro e contro.

In una prima fase, certo lieviterebbero certi costi, soprattutto in relazione all’import ma poi, come appunto spiegato in relazione alla fase di ripresa che seguirebbe, la situazione troverebbe un suo livello di nuovo equilibrio.

Peraltro, sempre meglio dell’attuale situazione, in cui il denaro stenta proprio a circolare, a fronte dell’illiquidità del sistema.

Aggiungiamo poi che i meccanismi tecnici, sopra dettagliati, aprirebbero la prospettiva di finanze pubbliche finalmente sostenibili, in quanto non più legate al debito.

Dopo un periodo iniziale, in cui la dracma avrebbe presumibilmente difficoltà ad essere accettata sui mercati internazionali, si tornerebbe ad una situazione di nuovi scambi verso dracma, senza neppure escludere, come spiegato in precedenti miei interventi, la possibilità di un’ulteriore opzione montenegrina.

Veniamo ai mercati azionari: quali prospettive?

I mercati azionari hanno raggiunto o approssimato target ribassisti di breve in overshooting, per cui è lecito attendersi quanto meno un bottom di breve termine, da cui potrebbero originarsi potenziali rimbalzi, il tutto, ovviamente, sempre in mercati fortemente condizionati dalla logica news driven, sino a che la situazione non si sarà definitivamente chiarita.

Va però posta attenzione anche al medio termine.

A tale riguardo, va notata la conferma, allo stato attuale, di formazioni riconducibili ad una sorta di testa e spalle ribassista sui principali mercati europei.

Seguendo il metodo Magic box, e prendendo in considerazione pattern specifici indicati dal metodo, ma sempre in senso ribassista, posso fornire le seguenti indicazioni (che ovviamente sono solo una parte di quelle che si possono ottenere applicando integralmente il metodo. In particolare le seguenti proiezioni ribassiste verrebbero negate sopra determinati livelli di resistenza, valori dinamici che cambiano sui diversi time frames).

Va rimarcato che nella fase attuale, notizie in senso positivo sulla soluzione della crisi potrebbero velocemente ribaltare il quadro ribassista attualmente prevalente, vedere quanto sopra dettagliato in parentesi.

Dax: salvo confermata inversione rialzista (vedi sopra) primo target ribassista in area 10235 con primo setup per/entro il 19 agosto.

Ftse mib: salvo confermata inversione rialzista (vedi sopra) primo target ribassista in area 20370 con primo setup per/entro il 27 luglio.

Eurostoxx: salvo confermata inversione rialzista (vedi sopra) primo target ribassista in area 3223 con primo setup per/entro il 28 luglio.

S & P 500: a mio avviso, la dinamica dell’indice statunitense appare al momento abbastanza decorrelata rispetto a quella degli indici europei, non riuscendo a dare conferma ribassista né di pattern di beve, né di medio, nell’ambito di una fase essenzialmente laterale.

La situazione tecnica è caratterizzata da due supporti ravvicinati, uno di breve a 2072, ed un altro di medio a 2067.

La confermata rottura di tale fascia supportiva avrebbe come primo target ribassista area 2000 con primo setup per/entro il 17 luglio.

 

 

 

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