Governo italiano al capolinea?

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Nell’articolo di ieri ho anche avuto occasione di un breve riferimento alle attuali vicende politiche italiane e dell’attuale governo.

Diverse volte il governo è parso sull’orlo del precipizio, per poi salvarsi in calcio d’angolo, come si usa dire.

Ma l’attuale situazione sembra volgere nuovamente al brutto.

Sempre fermo restando il fondamentale principio che in politica mai dire mai, quindi tutto è sempre possibile.

Ma vediamo come stanno le cose.

Governo italiano al capolinea?

L’ultimo consiglio dei ministri non ha raggiunto un’intesa sulla riforma della giustizia.

Le diverse visuali di leghisti e pentastellati  hanno evidenziato in particolare da parte di Salvini, anche la possibile caduta dell’esecutivo.

I punti di divergenza sono in effetti diversi, dal tema della separazione delle carriere tra magistratura inquirente e requirente, all’ipotesi di sdoppiare anche il CSM, alla prescrizione penale, sino all’ipotesi di fattispecie di illeciti disciplinari in caso di mancato rispetto di determinate tempistiche da parte dei giudici.

Effetto finale: riforma non approvata.

Peraltro la riforma della giustizia è solo uno dei diversi elementi di contrasto, che si vanno ormai moltiplicandosi.

Savini e il decreto sicurezza bis

Proprio a tale proposito, sono rilevanti le giornate del 5 e 6 agosto, in cui dovrebbe essere approvato, in Senato, questo decreto, fortemente voluto da Salvini.

Non a caso indicavo, nel precedente articolo, di porre particolare attenzione proprio a queste date.

Occorre infatti considerare che già alcuni pentastellati hanno dichiarato la propria astensione.

I numeri al Senato non sono così favorevoli alla maggioranza, e quindi, nel caso il governo ponesse, ad esempio, la questione di fiducia, rischierebbe, come si dice in gergo, di andare sotto.

Solo che, in presenza di voto di fiducia, non sarebbe solo il decreto a non passare, ma ipso jure l’esecutivo cadrebbe e Conte dovrebbe salire al Quirinale per rassegnare le dimissioni del suo governo.

Il 5 dovrebbe tenersi la votazione e, in caso il governo cadesse avendo posto la questione di fiducia, al massimo il 6 Conte si recherebbe da Mattarella.

Possiamo ben dire, quindi, che di rischi sulla testa di questo esecutivo ne pendono molteplici.

Con una differenza fondamentale rispetto ad altre precedenti occasioni di scontro tra partiti della maggioranza: questa volta non è passata una riforma, punto programmatico fondamentale.

Come dicevo, soprattutto in politica comunque mai dire mai, e quindi non resta che attendere l’esito del prossimi appuntamenti politici.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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