Goldman ottimista sull’economia Usa

Goldman

Secondo l’amministratore delegato di Goldman Sachs l’economia degli Stati Uniti sta proseguendo abbastanza bene.

Cambio della view

Non più tardi di inizio anno il numero uno di Goldman Sachs, David Solomon, aveva dichiarato che l’economia Usa aveva il 50% di possibilità di cadere in recessione entro il 2020. Un rischio che, invece, oggi, sempre secondo le sue ultime dichiarazioni, si sentirebbe meno, oggi. Un cambio di rotta? Forse, ma sicuramente supportato da nuovi scenari che, a gennaio, non erano ipotizzabili. Il primo fra tutti quello di una Fed colomba.

Goldman Sachs: la situazione all’inizio dell’anno

A gennaio si guardava al numero dei rialzi dei tassi di interessi che il governatore Jerome Powell avrebbe dovuto scegliere: due o tre? Due, quelli ufficiali, tre quelli ufficiosi. Oggi, a poco più di tre mesi di distanza, sappiamo, invece, che la banca centrale Usa ha optato per un approccio ultra dovish. Anzi fin troppo dovish visto che secondo El-Erian, il vero rischio sui mercati, adesso, è quello di una Fed fin troppo accondiscendente.

 

La sua view sembra andare apparentemente controcorrente rispetto a quanto il consensus teme. A spaventare, nelle ultime settimane, è stata l’inversione della curva dei tassi di interesse osservata nelle ultime sedute di marzo. Il rendimento del decennale statunitense, infatti, è risultato inferiore a quello del taglio a 3 mesi. Solitamente l’inversione della curva dei rendimenti viene interpretata come segnale premonitore dell’arrivo di una recessione. Da qui la preoccupazione tra gli operatori. Preoccupazione che, però, non riguarda più di tanto Goldman Sachs che, come detto, si dichiara ottimista sull’economia Usa.

Un secondo semestre migliore del primo

Alla fine del 2018 erano preoccupazioni più che plausibili, soprattutto vista la concreta possibilità di un cambio di rotta più generalizzato che avrebbe potuto coinvolgere anche gli emergenti. Infatti un dollaro pesante avrebbe intaccato senza dubbio il costo del debito di quel settore, solitamente in dollari.

Dall’altra parte, poi, le incertezze sulla guerra dei dazi tra Usa e Cina non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione. Ad ogni modo la view sulla situazione in generale non sembra essere cambiata.

Come specifica sempre Salomon, la crescita resta comunque in fase di rallentamento a livello globale. La differenza?

Sta nella possibilità, ora più concreta, che il secondo semestre del 2019 possa essere più soddisfacente del primo.

 

 

 

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