Golden Goose ha un nuovo padrone

Golden Goose

Golden Goose, nota azienda italiana produttrice di calzature e abbigliamento di lusso, ha un nuovo padrone: passa da Carlyle  a Permira. I fondi private equity sono a caccia sempre più di affari made in Italy. Per acquisire il noto brand di calzature c’erano Advent International, Cinven, Apax Partners ed Eurazeo, la Spac americana Acamar Acquisition Partners. Alla fine a spuntarla all’asta con una offerta convincente è stata Permira. Da un miliardo di euro ventilato all’inizio, ora si parla che l’affare è stato concluso su un enterprise value di 1,28 miliardi di euro.

Permira sulla cresta dell’onda

Il fondo private equity si sta facendo sempre più largo nel settore moda. Come non ricordare l’investimento su Valentino, poi ceduta, oppure l’acquisto fatto con Dr. Martens ma prossimo a essere ceduto. Si vocifera stesso a Carlyle. Con l’acquisizione di Golden Goose, Permira sicuramente non farà altre acquisizioni nell’immediato, visto che si preventivava una corsa per il marchio della ristorazione Old Wild West.

Golden Goose le scarpe italiane

La società ha sede a Venezia. Le scarpe Golden Goose vengono distribuite in tutto il mondo attraverso un network di negozi multibrand esclusivi e franchising. La società è in ottima salute visto che ha incrementato il fatturato nel 2019 rispetto all’anno precedente. Questi numeri hanno consentito di pagare un dividendo  di 100 milioni.

Le tappe

Erano due anni che Golden Goose era sul mercato. Carlyle, proprietaria del marchio delle sneaker dal 2017, ha sempre alla luce del sole detto che dalla vendita avrebbe voluto ricavare almeno un miliardo di euro. In questo periodo sono state tante le offerte rifiutate. Alla offerta irrinunciabile di Permira non si poteva dire di no. Tra qualche mese il brand più amato dai piedi delle star entrerà nel portafoglio di Permira e l’oca d’oro delle sneaker di lusso inizierà a scrivere una nuova storia nel segmento. Dopo  Taylor Swift, Jude Law e Gwyneth Paltrow chi indosserà le scarpe che un tempo si definivano «da tennis» ma che oggi sono in vendita a più di 300 euro?

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