Gli scenari che si aprono dopo il giorno della BCE e quali investimenti mantenere

BCE

Oggi è stato il gran giorno. Quello in cui si è saputo cosa, di fatto, ha deciso la BCE circa le prossime mosse di politica monetaria. Alle 14.30 il governatore della Banca centrale europea Christine Lagarde, infatti, ha confermato lo status quo sui tassi di interesse. Invece il board ha scelto di intervenire su un altro fronte: rallentare, seppur con cautela, gli acquisti di titoli per il piano anticrisi, meglio conosciuto come PEPP (Pandemic emergency purchase programme). Numeri alla mano si parla di un serbatoio da 1.850 miliardi di euro che rimarrà attivo per tutta quella che potrebbe essere la fase acuta o per lo meno emergenziale, della pandemia. Per quanto riguarda i tassi, invece, come detto, sono rimasti pressoché invariati e resteranno tali fino a quando l’inflazione non arriverà nell’orbita, più volte dichiarata, del 2% in modo stabile.

Gli scenari che si aprono dopo il giorno della BCE e quali investimenti mantenere

La mattina era partita con mercati tesi in vista delle dichiarazioni della Lagarde. La maggioranza dei analisti era propensa nel credere la BCE pronta a diminuire, seppur gradatamente, le misure di stimolo economico, anche senza cancellarle del tutto. Questo perché, seppur in fase di ripresa e con dati macro ancora in chiaroscuro, le varie economie del Vecchio Continente non possono ancora permettersi di camminare sulle proprie gambe. Per lo meno non fino a quando il Covid e tutte le sue varianti, presenti e future, continueranno ad aleggiare come spettri sul Mondo.

Ma allo stato attuale, quali sono gli scenari che si aprono dopo il giorno della BCE e quali investimenti mantenere? Per rispondere a questa domanda possono essere utili le dichiarazioni degli analisti di Columbia Threadneedle Investments. Questi ultimi, già ieri, parlando della BCE, avevano ricordato che, anche in caso di una possibile rimodulazione, i piani di sostegno decisi da Francoforte sarebbero comunque restati una sorta di scudo di protezione contro un aumento spropositato degli spread. A tutto vantaggio di quelle Nazioni che, come l’Italia, devono subire il peso del proprio debito.

Le prime reazioni

Immediatamente dopo le parole della Lagarde, la prima reazione che si è vista sui mercati è stata quella di un leggero recupero. Infatti, come detto, i mercati sono apparsi relativamente nervosi già in apertura. Parallelamente si è notato il rafforzamento della moneta unica sul dollaro, un calo sui titoli di Stato e sullo spread Btp/Bund. Fondamentalmente, però, le Borse non sembrano aver avuto una reazione estrema. Nè in una direzione, nè nell’altra. Evidentemente si tratta di una conferma che quanto avvenuto era, in realtà, già nell’aria. Soprattutto in considerazione di tre elementi. Il primo è la revisione al rialzo delle stime di crescita per il 2021 (PIL a +5%). Il secondo elemento è la rassicurazione sul fronte dell’inflazione, definita ancora come temporanea.

Il terzo è rappresentato rassicurazioni della stessa Lagarde che, non volendo chiamare tapering quanto annunciato oggi, ha subito sottolineato che la fine del PEPP è ancora lontana.

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