Gli indici appaiono deboli e con un andamento incerto

WALL STREET

Ancora una volta è il Covid-19 a dettare legge sui mercati. Anche se indirettamente. Infatti i listini accusano il colpo dello stop alla sperimentazione di un vaccino a firma Johnson&Johnson, vaccino che starebbe creando reazioni inattese in uno dei volontari. Una notizia che rallenta ulteriormente il già lungo cammino della ricerca verso una risposta alla pandemia. Risultato: gli indici appaiono deboli e con un andamento incerto. Un iniziale rialzo dei listini non corrisponde certo, come si è visto, ad un’iniezione di fiducia. Anzi.

I listini europei

La conferma arriva proprio alla fine della mattinata quando il segno meno è una realtà per tutti gli indici del Vecchio Continente. Infatti alle 14.15 il Ftse 100 inglese registra un passivo, seppur parziale, dello 0,22%, il Cac 40 di Parigi dello 0,4% e il Dax tedesco scende a 0,6% in territorio negativo.

I rating a Piazza Affari

E l’Italia? Il Ftse Mib non è da meno. Alle 14.25 la Borsa italiana perde lo 0,4%. Tra i titoli più interessanti della giornata sono da citare Cementir, Snam ed Eni (MIL:ENI). Tutti e tre oggetto di rating buy da parte degli analisti di Equita. Nello specifico Cementir sfrutta un target a 7,30 euro, Eni a 10 euro e Snam a 5 euro. Ma quest’ultimo attira l’attenzione anche di Barclays che la vede come ottima occasione d’acquisto (buy), sempre a 5 euro.

La situazione a Wall Street

Gli indici appaiono deboli e con un andamento incerto anche dall’altra parte dell’oceano. Infatti, quando in Italia sono le 14.30, negli Stati Uniti i futures del trio degli indici maggiori vede un S&P 500 a -0,08%. Contemporaneamente quelli del Dow arrivano a -0,8%. Diametralmente opposta, invece, la situazione del Nasdaq a +0,9%.

Gli eventi più importanti nel calendario macroeconomico

Agli orari prefissati si può consultare il calendario economico per leggere l’esito dei dati macroeconomici pubblicati. I dati più interessanti di oggi riguardano l’inflazione tedesca, a -0,2% e l’indice ZEW di ottobre che segna solo 56,1 punti contro i precedenti 77,4. Da citare anche le domande di settembre dei sussidi di disoccupazione inglese scese a 28mila unità contro le precedenti 73.700.

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