Gli hedge fund vedono un rally della sterlina

Gli hedge fund vedono un rally

Dopo la tempesta Brexit (non ancora passata) gli operatori guardano avanti e  gli hedge fund vedono ottimismo sulla sterlina. In arrivo un rally?

Gli operatori stanno iniziando a diventare più ottimisti riguardo alle prospettive della sterlina. Si tratta di un cambio di posizione che non si verificava da quasi un anno ed è motivata dal fatto che l’economia del Regno Unito, impantanata ormai dal giugno del 2016 nei timori di impatti ancora non prevedibili per la  Brexit, si è dimostrata più resistente e soprattutto resiliente, di quanto molti si aspettassero.

La view degli hedge fund

Per questo motivo gli hedge fund dai preventivati ulteriori cali della sterlina ipotizzati a inizio anno, sono passati ad un altro approccio. La settimana scorsa, infatti, le posizioni long hanno prevalso sulle short, cosa che non si verificava dal giugno 2018, secondo i dati pubblicati dalla US Commodity Futures Trading Commission. La chiave di volta sono stati i dati sul Pil britannico che hanno evidenziato un +0,3% da un trimestre all’altro ma anche vendite al dettaglio che, a marzo, sono state più forti delle aspettative.

Cancellando la Brexit dalle incognite di mercato, resta un’economia nazionale in buona salute e una sterlina a buon mercato. Tanto da far sospettare un possibile rialzo dei tassi di interesse da parte della Bank of England già ad agosto.

Prospettiva

Questa prospettiva, infatti, è data al 20% contro il 10% della settimana scorsa. Informazioni più dettagliate potrebbero arrivare dalla prossima riunione della BoE prevista per il 2 maggio, immediatamente dopo quella della Fed. Ma nel mare delle incertezze che caratterizzano l’iter dell’addio di Londra all’Unione, resta la sola certezza delle montagne russe della sterlina.

Il fattore politico

Intanto oggi, i parlamentari fanno ritorno a Westminster dopo la pausa pasquale.  Da un punto di vista di politica interna la situazione è, se possibile, ancora più ingarbugliata di quella vista a livello internazionale.

Con le elezioni europee si sono acuite nuovamente le tensioni tra i partiti e, paradossalmente, anche all’interno dei partiti stessi. Prima vittima di questo gioco al massacro è proprio il partito conservatore.

Con ogni probabilità, inoltre, se entro il 22 maggio non sarà trovato un’intesa in Parlamento sulla Brexit, Londra dovrà partecipare alle elezioni europee.

L’incognita Scozia

Ma un’altra grana si sta avvicinando all’attuale premier. In Scozia la Premier Nicola Sturgeon ha chiesto di indire un secondo referendum per l’indipendenza della nazione. Stando alle sue dichiarazioni, infatti, la volontà degli scozzesi di restare in Europa è stata calpestata dalle urne. Nel referendum che sancì la Brexit, avvenuto il 23 giugno del 2016, Edimburgo votò compatta per restare in Europa. Anche perché nel 2014 fu proprio la paura di essere estromessi dall’Ue, ad evitare la vittoria degli indipendentisti scozzesi.

Adesso, invece, paradossalmente, si ritroveranno ad affrontare tutto quello che, a suo tempo, erano riusciti ad evitare anche a costo di perdere la tanto amata indipendenza.

Approfondimento

La view di ProiezionidiBorsa su Sterlina Dollaro

 

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