Germania: se continui a picchiare sugli alleati prima o poi paghi dazio

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L’amministrazione Merkel forte …della propria forza obnubilante rischia di finire preda di un delirio di onnipotenza che per i teutoni ha radici lontane quanto drammaticamente tristi e portatrici di distruzione.

Da anni Berlino indirizza l’Unione Europea si sa. E da anni questo indirizzo è costruito a misura della Germania delle proprie specifiche esigenze dando risposte minimale alle aspettative degli altri partner: risposte che oscillano dalle deroghe concesse a Francia e Spagna al nulla concesso all’Italia che non a caso si appresta a dare battaglia.

A essere spietati si può arrivare a pensare che l’Unico scopo della UE sia garantire ai tedeschi uno sbocco facilitato ai propri prodotti industriali. Le mancate sanzioni per il continuo sforamento dei target assegnati confermano da un lato l’asservimento di Bruxelles a Berlino e dall’altro i grandi vantaggi che la Germania sta indebitamente ottenendo. E scrivo indebitamente visto che in Italia, per fare un esempio siamo costretti, per favorire l’ingresso di prodotti altrui, a mandare al macero ogni anno tonnellate di agrumi , pomodori eccetera.

A essere lucidi si può pensare che in “Teutonia” insistano con l’euro soltanto perché tornando al marco lo vedrebbero volare che so a 4.000 lire o 1,5 dollari.Praticamente la parentela coi paesi deboli industrialmente, come il nostro, serve solo a zavorrare la moneta in uso dai produttori tedeschi.
Mega industrie che in caso di ritorno al marco avrebbero “qualche” problema in più nell’esportare con la nuova vecchia valuta di casa(il marco appunto), almeno inizialmente, probabilmente alle stelle.

Chiariamo: se tu continui per anni a fare solo ciò che ti avvantaggia e lasci agli altri nemmeno le briciole in termini di direttive ed indirizzi, dimenticando, per convenienza, le peculiarità diverse di ogni nazione partner, prima o poi il conto arriva. E di grazia che la forza della locomotiva statunitense sta tenendo lontano, per ora, quel pessimismo che troverebbe in area euro il maggiore e più naturale, direi inevitabile, sbocco sui mercati.

Dimentichi come sempre delle necessità altrui, presi, come sempre, dalla propria fame di dominio, ebbene ora a Berlino farebbero bene a cominciare a dare un ‘occhiata a cosa sta producendo questa loro politica, per utilizzare un eufemismo, accentratrice:

Indice PMI composito tedesco (Set) 55,3 55,4 55,6
Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero (Set) 53,7 55,7 55,9
Indice dei direttori degli acquisti del settore servizi tedeschi (Set) 56,5 55,0 55,0
Saldo della bilancia commerciale spagnola -3,25B -2,45B
Indice PMI manifatturiero (Set) 53,3 54,4 54,6
Indice composito dei servizi (Set) 54,2 54,4 54,5
Indice dei direttori agli acquisti del settore servizi (Set) 54,7 54,4 54,4

Due indici PMI su tre in calo oltre le aspettative non sono certo un bell’indice di salute tanto più se il dato interno tedesco trova puntuale conferma anche nel dato complessivo dell’UE.
Ma per assurdo è proprio l’unico dato positivo che fa riflettere.
Se vai sotto le attese sui PMI di produzione e vai oltre con quello sui servizi vuole dire che l’economia sta cominciando ad avvitarsi su se stessa e che è sostenuta da dinamiche interne che però a breve poi cominceranno a loro volta a scontare il rallentamento industriale.

Praticamente una politica miope che pur mantenendo i fattori ancora ben distanti dalla soglia di recessione fissata a quota 50 deve o almeno dovrebbe fare scattare delle immediate riflessioni in quel di Bruxelles per invertire quanto prima la tendenza. Paesi sempre più deboli e con la disoccupazione al top non possono certo continuare ad acquistare la produzione di un paese accentratore che se li tiene come partner solo per farsi i fatti suoi…chi ha più bisogno dell’altro? Chi deve vendere o chi, visto l’andazzo, si accontenterebbe di poter almeno un po’ risalire la china del ciclo economico, compreso il fatto di riprendere ad acquistare i prodotti del “padrone”?
Abbiamo lasciato in vista anche il dato spagnolo solo come riprova che anche chi, a fronte di qualche sporadico vantaggio, veste i panni del paggetto e vassallo che dir si voglia, al dunque si trova a rifare i conti.

E i conti certo in Spagna non quadrano.

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