Germania, oggi le elezioni che chiudono l’era Merkel

Merkel

La Germania oggi va al voto. Ma la storica premier Angela Merkel, dopo trent’anni da parlamentare e sedici da Cancelliera, va in pensione: ha deciso di non ricandidarsi. Per i tedeschi ma anche per il resto d’Europa, che ha subito o beneficiato della sua guida e della sua autorevolezza, sarà uno choc. Oppure una liberazione. Vediamo cosa succederà nello stato più popoloso e potente, sul fronte economico, dell’Unione Europea con la Redazione Attualità di ProiezionidiBorsa.

La Merkel lascia un erede poco convincente

La Merkel lascia la politica tedesca senza aver trovato un degno successore nel suo partito, per proporlo alla guida della Germania. Ci sono vari candidati in lizza, ma nessun raggiunge il suo livello di carisma e di popolarità. Anche i sondaggi delle agenzie e testate più autorevoli, non hanno saputo dire che succederà. I tedeschi, pare, stavolta hanno poca voglia di parlare. Solo questa sera al calar del sole quando chiuderanno i seggi in tutto il Paese, gli exit poll ci diranno qualcosa sul futuro politico della Germania.

L’ipotesi del pareggio

Germania, oggi le elezioni che chiudono l’era Merkel. L’Union CDU/CSU (CDU, partito di centrodestra di Angela Merkel e CSU in Baviera) ora guidato da Armin Laschet, aveva avviato la campagna elettorale con largo vantaggio. Ma negli ultimi tempi ha perso terreno e oggi, secondo i sondaggi, risulterebbe il secondo partito. Anzi, il grande sconfitto. Molti elettori preferirebbero infatti votare i socialdemocratici della SPD guidati da Olaf Scholz. Il quale si propone in modo molto più carismatico, con un tratto più autorevole e popolare di Armin Laschet.

Perché piace tanto Scholz

Sembra incredibile, ma il vero erede della Merkel siede in un altro partito. Per fortuna che si tratta di un alleato. La SPD, con i suoi uomini, fa dormire tranquilla la Germania dal 2005: cioè da quando Merkel ne è alla guida. La CDU/CSU non ha mai avuto i numeri per governare da sola, ma si è alleata sia con la SPD (dal 2005 al 2009 e di nuovo dal 2013 fino a oggi).

Germania, oggi le elezioni che chiudono l’era Merkel

Questo curioso corto circuito è accaduto anche in Italia. Lo dicevano anche da noi: il vero erede di Silvio Berlusconi è Matteo Renzi. Chissà cosa sarebbe successo oggi, se il giovane politico toscano avesse avuto il cuore a destra, entrando in Forza Italia. Tornando alla Germania, il Ministro delle Finanze Olaf Scholz, che è anche  vicecancelliere nell’attuale governo di grande coalizione formato dalla CDU/CSU e dalla SPD, dà sicurezza ai tedeschi. Già, commenta qualcuno, perché è quello che tiene i cordoni della borsa della Germania. Ma a ben pensarci tiene anche i cordoni delle borse di altri Paesi. Francia, Germania e Lussemburgo sono fra i paesi che investono di più nei nostri Btp.

Tutti promettono continuità con l’era Merkel

Tutti i partiti in lizza in Germania oggi promettono ai tedeschi la continuità con il passato. I proclami fortemente europeisti si sprecano, i toni pacati anche. I due partiti maggiori punterebbero a tornare ancora una volta a governare insieme, a coabitare per l’ottavo anno. A portare a casa il 25% (la CDU/CSU) e il 21% (la SPD) e semmai aggiustare il tiro con qualche altro partito, per raggiungere una maggioranza stabile.

Chi sale sul tandem dei partiti jumbo

La partita per far parte del terzetto dovrebbero giocarsela i Verdi, che dovevano fare un fuoco d’artificio e invece pare che non spunteranno più del 15%. Per ora si esclude che possa arrivare una sorpresa dalla AfD (l’estrema destra all’11%) o dalla FDP che ha sempre dato una mano ai partiti jumbo, per raggiungere il quorum. Per l’estrema sinistra della Linke ad oggi sarebbe un successo superare il risicato 7% dei consensi.

Ogni tedesco ha a disposizione due voti

Ogni elettore tedesco ha a disposizione due voti per partecipare all’elezione del Bundestag.

Il primo voto (Erststimme) viene utilizzato per il collegio uninominale: il territorio tedesco è suddiviso in 299 collegi uninominali. Ogni deputato deve ottenere la maggioranza relativa dei voti validi. Con il secondo voto (Zweitstimme) tutti i 598 seggi del Bundestag vengono assegnati a ciascun partito in maniera proporzionale. La soglia di sbarramento è al 5%.

Un complicato sistema compensativo

Per ogni partito, però, il numero degli eletti nei collegi col primo voto, viene sottratto al numero di seggi che gli spetterebbero col secondo voto. Dunque, se in un Land il numero dei deputati eletti col primo voto è superiore al numero dei seggi che spunta attraverso il secondo voto, tutti i candidati entrano al Bundestag, ma ci sono dei mandati “in eccedenza”. Dunque il numero base di seggi (598) può aumentare con l’introduzione di seggi compensativi. Alle elezioni del 2017 sono stati eletti 709 deputati, 111 del numero base.

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