Germania in ripresa, la BCE si ferma?

Germania in ripresa

Che le mosse della Bce siano state più simili a quelle di una Bundesbank germanica che non una banca centrale rappresentativa di una unione di Stati, a parer mio  è evidente da anni.

Quindi anche le maggiori aperture registrate di recente sono scattate con solerzia inusuale allo scoccare di dati macroeconomici tedeschi alquanto allarmanti.

Oggi dopo settimane vedremo un dato teutonico che rilancia, se confermato, scenari di crescita.

Questo porterà la BCE a prendere altro tempo o addirittura annullare le mosse di sostegno monetario promesse?

Basterà un dato per quanto importante a frenare Draghi?

Germania in ripresa e ordinativi alle fabbriche su!

Una piccola ripresa tedesca è stata segnata oggi dal dato sugli ordinativi alle fabbriche:

Ordinativi alle fabbriche tedesche (Mensile) (Giu) 2,5% 0,5% -2,0%

Potrà questo dato fermare o rallentare la BCE?
Considerati i precedenti vediamo dalla tabella sottostante (fonte Investing.com) come gli ordinativi alle fabbriche sia un dato estremamente volatile.

Fattore  che anche nelle fasi migliori del ciclo economico tedesco non fornisce grande continuità

Certamente si può notare anche come il +2.4% odierno  si posiziona su livelli che non si vedevano da ottobre 2018.

Quindi comunque un numero incoraggiante.

Da dove necessiteranno le conferme

Per avere dunque conferma della Germania in ripresa  dovremo attendere dati su altri fronti.

Ma quali saranno da considerare più significativi?

Be’, dopo gli ordinativi certamente attenderemo con curiosità la produzione industriale e in generale tutti gli indici del manifatturiero a cominciare dai PMI.

Indici che sarebbe opportuno recuperassero rapidamente almeno quota 50.

Può la BCE fermarsi?

Fermo restando che il dato odierno potrebbe rivelarsi un fuoco di paglia, dal nostro osservatorio la BCE non potrà certamente fermarsi ed accontentarsi.

Troppi dati macroeconomici tedeschi e non solo tedeschi viaggiano sotto quota 50 e indicano recessione in arrivo se ripetuti.

La Banca Centrale europea dovrà quindi tenere fede agli impegni recentemente presi ed a fianco del TLTRO fissato, chissà perché da mesi solo a settembre, porre in essere ulteriori azioni di sostegno all’economia dell’UE.

Molto più frenante avrebbe potuto essere l’effetto di un rialzo inflazionistico.

Però salvo qualche scheggia, tra l’altro di italica matrice, di veri rialzi inflazionistici non se ne sono visti.

Non è chiaro se per pilotaggio dei panieri o se come dato reale.

Fatto sta che l’economia europea necessita di “vitamine”!

In attesa che la  Commissione europea, di nuova formazione, rientri dalle vacanze e si dia da fare, l’unico organismo che può frenare le criticità emerse è la BCE di Mario Draghi.

Consigliati per te