Germania: il Ministero prende atto del rallentamento

Germania

 La notizia sulla Germania può apparire banale per non dire scontata.

In realtà il fatto che il Ministero delle Finanze tedesco abbia preso atto nel proprio rapporto mensile di essere in una fase economica difficile potrebbe avere effetti importanti.

Vale a dire che la presa d’atto di come lo scarso numero di ordini introduca un prolungato rallentamento industriale è grande novità comportamentale.

L’austerity, imposta all’Europa tutta, ha sempre avuto la matrice nell’arroganza di una Berlino forte dei propri numeri economici.

Dati a loro volta nutriti da una produzione industriale in costante crescita.

Parentesi: nessuno osa discutere i meriti e la qualità dei prodotti tedeschi ma nessuno ha nemmeno mai contrastato gli esuberi di produzione germanica come ad esempio viene fatto bloccando le qualitative derrate agricole italiane…

Detto questo ora Berlino paga le proprie smanie egemoniche.

L’eccessivo indebolimento di molti partner europei, che ha portato alla quasi totale cancellazione del ceto medio, ha finito per rivoltarsi contro gli ideatori di questa strategia.

I tedeschi appunto.

Teutoni che sia ai vertici della Commissione UE che in ambito BCE hanno imposto politiche restrittive e fiscalmente pesanti.

Politiche che per paesi già indebitati come Italia e Francia hanno finito per elidere significativamente quella fascia media di popolazione tipicamente in grado di fruire di prodotti della Germania.

Berlino cerca scusa a livello globale

In realtà Berlino attribuisce il rallentamento della propria industria manifatturiera e delle esportazioni agli  effetti del rallentamento dell’economia globale.

Così come alle stesse cause si riferisce il probabile prolungarsi del rallentamento industriale.

A supporto di questo si riporta un quadro migliore riferito alla domanda interna.

Così come tengono bene i livelli occupazionali grazie ad aziende che riescono, nonostante il contesto  ad assumere nuovi dipendenti, sia pure a un ritmo più lento ma comunque superando le aspettative del ministero.

Una presa d’atto che apre nuovi scenari per Commissione UE e BCE

Dal rapporto si evince una importante presa d’atto: “Gli indicatori principali e la riduzione degli ordini indicano  debolezza  nel settore industriale”.

Quello che a noi interessa è fare notare come questa presa d’atto potrà e dovrà in qualche modo liberare le aree di manovra di UE e BCE fin qui fortemente direzionate all’austerity proprio da una Germania forte.

Il dubbio rimane quando il documento ribadisce che  il boom dell’ultimo decennio della più grande economia europea sarebbe giunto al termine per fattori esterni all’UE.

Si citano infatti  fattori come la Brexit e il rischio di una guerra commerciale Cina-Usa come cause principali del calo delle esportazioni tedesche.

Certo si punterà sui consumi interni come ha ribadito giorni fa Angela Merkel durante la sua conferenza stampa estiva.

E questo apre le porte a stimoli governativi.

Ma potrà Berlino muoversi ignorando le direttive UE o viceversa le necessità tedesche porteranno benefici diffusi anche agli altri stati UE?
Dalla risposta che verrà data da UE e BCE dipenderà molto delle sorti economiche di Unione Europea e stati membri.

E a cascata ne deriverà l’andamento delle Borse europee.

Articoli precedenti sull’argomento

Consigliati per te