Il genio non si imita di Gianluca Braguzzi

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Tempo fa quando, stanco delle inefficienze ad ogni cambio di sistema operativo, decisi di abbandonare l’Iphone per passare ad altro telefonino oltreché che più stabile ed efficiente economico, previdi che Apple (ritenendomi il classico consumatore medio) sarebbe andata incontro a grossi problemi. Oltre al mio personale abbandono anche un amico fan  di Apple tanto da andare a Londra per avere in anteprima il n° 1 mi confermò il suo prossimo , clamoroso, abbandono dei prodotti a marchio mela…roba da comprare put immediatamente (occhio non è un consiglio, solo la battuta che mi venne in mente allora ;) )
Ora emerge che Apple, per la prima volta da molto tempo, ha segnato un calo significativo.Personalmente ritengo non sarà nemmeno l’ultimo ma solo il primo di una serie che vedrà qualche interruzione in un trend che sarà prolungato. Per nostra fortuna e dei mercati il peso di Apple negli indici USA è stato limitato già da tempo vista l’enorme capitalizzazione raggiunta. Non è così però all’interno dei portafogli di molte famiglie americane che regolano il proprio tenore di vita anche in funzione del valore del proprio portafoglio azionario. Facciamo attenzione, nei prossimi mesi a  fianco del bubbone bancario potremmo assistere a uno scoppio di bolla di un singolo titolo ma con derivazioni importanti sui consumi americani e di conseguenza planetari. Il genio di Steve Jobs non ha eguali, come normale, nella Apple che gli sopravvive, ma, proprio per questo forse sarebbe opportuno che gli attuali dirigenti si occupassero di più della fidelizzazione della clientela anziché lavorare costantemente e solo sul lancio di nuovi modelli che tra l’altra comportano un indice di obsolescenza dei modelli precedenti che non ha eguali in nessuna altro concorrente e nemmeno in ambiti di prodotti diversi. Effetto sfinimento assicurato.

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