GameStop: è giunto il momento dei tori a Wall Street?

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Nell’analisi odierna ci concentreremo sul titolo GameStop, una realtà che potrebbe avere in serbo molte sorprese.  Cercheremo di inquadrare il tutto nell’attuale contesto dei mercati, i quali sembrano essersi riappropriati  del trend rialzista che ha caratterizzato il primo semestre del 2019.

Il background dell’azienda

GameStop Corporation è una compagnia americana con sede in Texas che si occupa della vendita di videogiochi. Attualmente occupa la prima posizione a livello mondiale nel settore dei videogiochi usati. Oltre a ciò il business si incentra anche sulla vendita di accessori, console e altro.

L’azienda può contare su più di 6000 stores collocati in 17 stati nel mondo ed è attiva anche sul web con una sua piattaforma e-commerce.  È una di quelle realtà nate a metà degli anni 80 nel contesto dei primi megastores e folle di persone si accalcavano nei centri commerciali.

L’attualità di GameStop

Una delle ragioni per cui questo titolo ha subito grosse perdite negli ultimi 5 anni e che lo rende paragonabile a società come Blockbuster, è sicuramente il cambiamento della tendenza nella fruizione dei videogames. E a dirla tutta è una tendenza che non sembra destinata a cambiare, ormai.

Stiamo parlando del fatto che si sia spostato tutto dal fisico al virtuale, ragion per cui difficilmente si potrà ancora entrare in un negozio di videogiochi per acquistare la copia fisica su DVD o BlueRay quando invece è possibile semplicemente acquistarla direttamente dalla console preferita pagando con carta di credito. In poche parole è un modello di business che dovrebbe essere definito obsoleto.

Evoluzione e involuzione del titolo azionario

Come accennato precedentemente, dal 2013 il titolo GameStop (GME) ha subito un crollo impressionante, in un trend ribassista che sembrerebbe non poter dar spazio a scenari rialzisti. Il grafico di seguito mostra lo storico del titolo dalla sua IPO avvenuta nel 2002 con un prezzo iniziale di 18$ per azione.

Grafico storico GameStop

I massimi sono stati toccati due volte: la prima a dicembre del 2007, in pre-crisi, con il raggiungimento di 63$; la seconda nell’ottobre del 2013 con una quotazione di 55 dollari per azione. Da quel momento è iniziata la brusca discesa fino ad arrivare ad oggi.

Grafico 2019 GameStop

Se analizziamo il grafico di quest’anno, noteremo come la tendenza sostanzialmente non sia cambiata. Il titolo è stato lontano anni luce da quello che si può definire un trend rialzista e soprattutto lo pone in controtendenza rispetto all’andamento di Wall Street.

Un bull market all’orizzonte per GameStop?

Chiariamo subito una cosa. Nonostante ci siano dei segnali rialzisti nel breve periodo, è opinione comune che questo titolo sia destinato a continuare la sua discesa nel lungo termine. Troppi fattori a sfavore ne minano l’appetibilità di lungo ed alcuni li abbiamo già analizzati.

I fondamentali dell’azienda però non sono malvagi se valutati in ottica short term ed il flusso di cassa è di tutto rispetto a questo scopo. Inoltre alcuni hanno fatto notare come un aspetto positivo per GameStop  potrebbe essere il lancio di nuove generazioni di console nel 2020 che sembrano voler prediligere un ritorno ai supporti fisici.

Staremo a vedere, ma di certo se ci sarà un rally del titolo sarà nel breve termine.

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