Ftse Mib debole, star del giorno è Powell

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Ftse Mib poco mosso in mattinata con un saldo parziale che alle 12 lo portava poco sopra alla parità dello 0,07%.

I mercati in Europa

Il resto d’Europa andava meglio, con un Ftse 100 a 0,63%, un Cac 40 a 0,5% e un Dax a 0,2%. Sul mercato italiano lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi scende a 290,7 punti, mentre il rendimento del decennale tricolore è al 3,24%. Tra i titoli in evidenza è da citare Prysmian che alle 12.20 agguantava lo scettro di miglior titolo a Piazza Affari con un +3,8%.

Il traguardo è stato raggiunto grazie alla firma di un memorandum di intesa non vincolante con GCC Electrical Equipment Testing Laboratory (GCC Lab) per lo sviluppo di servizi a supporto delle attività nella regione del Gulf Cooperation Council (GCC).

Il colpo di scena di Powell

Star del giorno è il governatore della Federal Reserve Jerome Powell il quale, dopo aver sottolineato un mese fa che i tassi restano ancora lontani dal punto della neutralità, ieri, nel suo intervento all’Economic Club a New York ha invece constatato che gli stessi si sono avvicinati tanto da esserne di poco sotto. In molti hanno visto il comportamento del governatore come una sorta di risposta accondiscendente verso le lamentele del presidente Usa Donald Trump il quale, non più tardi di 24 ore fa, si era detto molto scontento della nomina di Powell a capo della Fed.

Le conseguenze sul dollaro

Non bisogna dimenticare che però, nel frattempo, l’economia Usa ha lanciato diversi segnali d’allarme che potrebbero nascondere una possibile debolezza in arrivo, il che spiegherebbe gli inaspettati toni da colomba del governatore. Ad ogni modo è bastato questo per permettere al dollaro di scendere, registrando  un calo di 80 pips tanto che il cross euro/dollaro è tornato verso quota 1,1380; in calo anche i rendimenti dei Treasury, con il decennale al 3,022% contro il  3,059% di martedì.

Allarme Italia e calo del petrolio

Ma Powell ha avuto da dire anche sull’Italia, da lui vista come fonte di rischio sistemico, in particolare per lo scontro tra il governo Conte e l’Unione Europea, commento che arriva all’indomani dell’acuirsi delle polemiche tra le parti, con le dichiarazioni del vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis,  il quale ha rifiutato il cambio dello 0,2% chiedendo riforme più radicali sulla manovra finanziaria italiana.

Tra le materie prime da sottolineare un ulteriore calo del petrolio arrivato dopo le dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin il quale considera le quotazioni del greggio a 60 dollari al barile come adatte al mercato. Attualmente il Brent viaggia a 58,17 dollari al barile mentre il Wti è sceso a 49,93.

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