Francia batte Germania
Mentre sui campi di calcio della nuova Nations League europea Francia e Germania hanno pareggiato 0-0 in ambito economico stamane la Francia ha surclassato la Germania nell’ importantissimo dato sulla Produzione industriale:
EUR | Produzione industriale tedesca (Mensile) (Lug) | -1,1% | 0,2% | -0,7% | ||||||||||
EUR | Produzione industriale francese (Mensile) (Lug) | 0,7% | 0,2% | 0,7% | ||||||||||
EUR | Esportazioni Francesi (Lug) | 41,4B | 40,8B | |||||||||||
EUR | Importazioni Francesi (Lug) | 44,8B | 46,9B | |||||||||||
EUR | Esportazioni tedesche (Mensile) (Lug) | -0,9% | 0,2% | 0,1% | ||||||||||
EUR | Produzione industriale francese (Mensile) (Lug) | 0,7% | 0,2% | 0,7% | ||||||||||
EUR | Indice dei direttori degli acquisti del settore importazioni tedesche (Mensile) (Lug) | 2,8% | 0,2% | 1,3% | ||||||||||
EUR | Saldo della bilancia commerciale tedesca (Lug) | 15,8B | 19,0B | 19,3B | ||||||||||
E’ vero che da tempo ormai il ciclo francese segue dinamiche sempre un po’ posticipate rispetto alla Germania ma è significativa la diversità del segno: più 0.7% per la Francia -1.1% per i teutoni.
Che tra l’altro non possono godere nemmeno per le esportazioni in forte rallentamento a -0.9% versus +0.2%. Situazione che ha prodotto anche una robusta contrazione del saldo della bilancia commerciale che vediamo uscire a 15.8 B contro 19.0 B attesi.
Si conferma invece dato “ballerino”, non a caso completamente ignorato dall’indice DAX sempre in ambasce in questi giorni, l’indice dei direttori degli acquisti nel settore delle importazioni uscito a +2.8% superando ampiamente il +0.2% delle attese.
Come già accennato la Germania ha tirato troppo la corda imponendo tramite l’UE ai suoi partner più deboli politiche e direttive a loro non idonee ma modellate a misura delle proprie esigenze e dinamiche.
Risultato di quest’opera di impoverimento ed indebolimento dei partner il forte calo della bilancia commerciale domestica.
Si noti poi che anche gli amiconi spagnoli, sempre pronti a supportare la Merkel, a fronte di concessioni varie, oggi vedono la propria produzione industriale fermarsi a +0.5% ampiamente sotto le aspettative che vedevano in uscita un robusto +1.6%.
Il sogno di un Unione Europea volta a raggiungere una identità nazionale e politica, ammesso che qualcuno ci abbia mai creduto, è sempre più lontano , ora a Bruxelles dovranno preoccuparsi, se si vuole dare un futuro all’UE ,di mettere in condizione tutti i partner di avere uno sviluppo armonico studiando meccanismi ad hoc non soltanto in via eccezionale o per concessioni una tantum ma come elemento fondante e strutturale di un insieme di paesi fortemente disomogeneo.